Torna Gianni Bernardo e LA CASA DEI SILENZI in una nuova versione estesa, in una…
Grandi emozioni per LA CASA DEI SILENZI di Gianni Bernardo
17/08/2023Ieri la prima de ‘LA CASA DEI SILENZI’ di Gianni Bernardo al dammuso La Cevusa Bianca di Nuccia Farina
Sensazioni, impressioni, emozioni di una narrazione pregnante in una location onirica
di Lucia Boldi
A “La Cevusa Bianca” di Nuccia Farina a San Vito, due drappi rossi scendono dal tetto bianco a cupola, aprendosi a mo’ di sipario sulle pietre nere. È un dammuso che ha una storia antica, un albero di gelso, “la cevusa”, è stato piantato in quel giardino esattamente 80 anni fa, proprio nel grande buco scavato da una bomba.
È la vita che sconfigge la morte.
Una palma ondeggia dolcemente per la brezza, le candele regalano una luce tremolante e un’atmosfera surreale: questo il teatro di Gianni Bernardo, non poltrone rosse di velluto, stucchi, ori, orchestre, gobbi, luci, applausi. Soprattutto non applausi: pare proprio che Gianni non ne voglia, forse lo imbarazzano. Sembra quasi che lui reciti per un’esigenza interiore, un intimo bisogno di raccontare, ed esce di scena, come ha fatto ieri sera, prima che scoppiasse una lunga, entusiasta, liberatoria ovazione, uno scroscio di applausi che sembrava non finire mai.
Ieri è stata la prima delle dieci rappresentazioni de “La Casa Dei Silenzi” e noi eravamo in trenta, su panche e sedie improvvisate, sessanta occhi e trenta cuori che battevano all’unisono con quello di Gianni, persi dietro al suo narrare, le sue pause ad arte, i suoi gesti, i suoi ricordi.
Abbiamo volato insieme a lui fra le sue memorie e quelle di una Pantelleria antica, storie vere o soltanto immaginate, suggestioni, sentimenti, malinconie, silenzi e incanti. Specialmente incanti. Ma anche silenzi, di quelli che parlano, che dicono molto più delle parole.
Stasera credo proprio che tornerò ancora.
…C’era una volta un Re, befè, biscotto e minè, che aveva una figlia, befiglia, biscotto e miniglia…
Lucia Boldi, nata a Palermo nel 1961, ama definirsi una collezionista di storie e di emozioni. Da giovanissima ha firmato articoli di attualità per il giornale L’Ora. Negli anni ottanta, nella storica via Libertà, ha aperto una boutique, diventata presto luogo di nicchia per le appassionate di moda. Per quasi quarant’anni ha ricercato la bellezza nei vestiti e fatto emozionare tante donne grazie alla linea ardita di un abito, alla consistenza eterea di un caftano in seta o alla forma originale di una collana. Quando la moda ha smesso di darle il batticuore, ha scoperto che con la penna poteva ricreare lo stesso incanto. Scegliere le collezioni o scrivere libri sono due attività che, a suo dire, si somigliano: si tratta sempre di esprimere la propria personalità e i propri sentimenti, anche se in maniera diversa. Cucurummà è il suo romanzo d’esordio.