Lettori e Scrittori: Una Vita Chiusa in un Cassetto di Caterina D’Aietti

Lettori e Scrittori: Una Vita Chiusa in un Cassetto di Caterina D’Aietti

17/08/2023 1 Di Redazione

Antonio e Jolanda, un amore nato a Carnevale in un Circolo tanti anni fa… Caterina D’Aietti ci porta ai tempi delle coccarde e ce ne spiega la funzione attraverso un racconto di rinuncia e nostalgia

Per la nostra rubri­ca dei let­to­ri-scrit­to­ri ospi­tia­mo un rac­con­to di Cate­ri­na D’A­iet­ti, che cono­scia­mo più per le poe­sie che per la pro­sa. Cate­ri­na ha scrit­to que­sto rac­con­to, lega­to ai suoi ricor­di di Pan­tel­le­ria ad uno sco­po pre­ci­so: “Far cono­sce­re una tra­di­zio­ne, quel­la del­le coc­car­de colo­ra­te che si usa­va­no per rego­liz­za­re il flus­so dei bal­le­ri­ni nei cir­co­li”.

Tuf­fia­mo­ci con lei in que­sta sto­ria d’a­mo­re e rim­pian­ti tra Jolan­da e Anto­nio, anche se sta­vol­ta la nostra fra­se ‘in una pAn­tel­le­ria che non c’è più’ è vera a metà, per­ché la tra­di­zio­ne del Car­ne­va­le dei Cir­co­li rima­ne viva anco­ra oggi.

Una vita chiusa in un cassetto

L’isola è in festa. Dopo qua­si un anno, nell’aria c’è un fer­men­to col­let­ti­vo. I Cir­co­li del­le con­tra­de si sve­glia­no addob­ba­ti, con le sedie spolverate.

Tut­to è pron­to per acco­glie­re il car­ne­va­le, che a Pan­tel­le­ria dura da Capo­dan­no alla Qua­re­si­ma. I cir­co­li pren­do­no vita. Per i soci si trat­ta di un impor­tan­te even­to di socia­liz­za­zio­ne, che spes­so deter­mi­na il futu­ro di mol­te coppie.

Anche Jolan­da è in tre­pi­da­zio­ne, come tan­te ragaz­ze. Ha un anno in più, è cre­sciu­ta, ma addos­so sen­te anco­ra tut­te le emo­zio­ni di quan­do si è fat­ta tra­spor­ta­re dal­la musi­ca tra le brac­cia di Antonio.

A que­sto pen­sa men­tre indos­sa il bel vesti­to rosa drap­peg­gia­to, che lei stes­sa ha cuci­to. A que­sto pen­sa rac­co­glien­do i capel­li ric­ci in una fol­ta coda.
Una spil­la d’oro appun­ta­ta sul pet­to com­ple­ta la sua atten­ta preparazione.

Le don­ne pren­do­no posto nel­le file di sedie ordi­na­ta­men­te siste­ma­te, a loro riser­va­te, con fare discre­to. Jolan­da sbir­cia ver­so la posta­zio­ne degli uomi­ni cer­can­do Anto­nio. I loro sguar­di pie­ni di amo­re si incon­tra­no, si par­la­no, com­pli­ci di una promessa.

I suo­na­to­ri pro­va­no gli stru­men­ti. Nel­la sala echeg­gia­no i pri­mi accor­di. Le note si dif­fon­do­no leg­ge­re, la fisar­mo­ni­ca suo­na una musi­ca invi­tan­te. Agli uomi­ni vie­ne for­ni­ta una coc­car­da colo­ra­ta da met­te­re sul col­lo del­la giac­ca. Que­sto ser­ve a rego­la­men­ta­re il flus­so dei par­te­ci­pan­ti al bal­lo nel­la sala. Ini­zia la musi­ca, sul leg­gio degli spar­ti­ti vie­ne posto un nastro del colo­re di tur­no, è il rosso.

Jolan­da non vede l’ora, ma Anto­nio ha il colo­re azzur­ro, dovrà aspet­ta­re ancora.

Anto­nio è pron­to per scat­ta­re, sul leg­gio ora sven­to­la il nastro azzur­ro. Alle pri­me note si avvia velo­ce­men­te ver­so di lei e come usan­za vuo­le le fa l’inchino per l’invito al bal­lo. Le emo­zio­ni la per­va­do­no – desi­de­rio, pas­sio­ne e amo­re, – e vor­reb­be che quel bal­lo non finis­se mai. In un cer­to sen­so sarà così: alla fine del­la sera­ta por­ta con sé tut­te le sen­sa­zio­ni pro­va­te, sta­not­te non dormirà.

Nei gior­ni suc­ces­si­vi, Anto­nio fa di tut­to per incon­tra­re Jolan­da. Vuo­le cono­scer­la meglio, dare for­ma alla loro sto­ria affin­ché non riman­ga chiu­sa nel­le mura del Cir­co­lo, nel­le sere di bal­lo nel perio­do del Carnevale.

Aspet­ta che lei esca da scuo­la per par­lar­le, ave­re un con­tat­to, pro­get­ta­re un futu­ro insie­me, ma lei tira drit­to per la sua stra­da qua­si igno­ran­do­lo, con­ce­den­do solo un distac­ca­to saluto.

Le sue pau­re sono tan­tis­si­me e le impe­di­sco­no, anche se lo desi­de­ra, di fer­mar­si a par­la­re con Anto­nio: la pau­ra di esse­re vista par­la­re con un uomo per la stra­da, la pau­ra di tro­var­si impe­gna­ta trop­po pre­sto, la pau­ra di non esse­re pron­ta, la pau­ra di lasciar­si anda­re a quel sen­ti­men­to con spontaneità.

Anto­nio ten­ta altri approc­ci ma il risul­ta­to resta lo stes­so. Per que­gli stu­pi­di pre­giu­di­zi, quel­le rego­le, quei cal­co­li, Jolan­da si impo­ne­va una linea di con­dot­ta auste­ra e puni­ti­va. Era un vero e pro­prio con­di­zio­na­men­to mentale.

Arri­va la sera tan­to atte­sa del bal­lo, Jolan­da si pre­pa­ra: indos­sa una gon­na scu­ra, stret­ta, con una pic­co­la pie­ga die­tro, e una cami­cet­ta chia­ra con un bel fioc­co sul col­lo. Lascia i capel­li sciol­ti sul­le spal­le. Si fa bel­la, vuo­le far col­po su Anto­nio, ma anche far­si per­do­na­re, ha la con­sa­pe­vo­lez­za che il suo com­por­ta­men­to è sta­to odio­so, capric­cio­so e incoerente.

Come al soli­to, all’inizio del­la sera­ta tut­ti pren­do­no posto nel­la fila di sedie, lei si met­te davan­ti, guar­da tra gli uomi­ni inten­ti a siste­mar­si le coc­car­de cer­can­do di scor­ge­re Anto­nio, ma non lo vede. Non si allar­ma, ha la spe­ran­za che sia die­tro la folla.

Le dan­ze han­no ini­zio con il colo­re ver­de. Ora era chia­ro che non c’è, non è venu­to. Il suo cuo­re pian­ge silen­zio­so, ma per poco. La sua durez­za e il suo orgo­glio rie­sco­no a domi­na­re, con­trol­la­re e sof­fo­ca­re i suoi sentimenti.

Bal­la come se nien­te fos­se, con il fra­tel­lo, con il papà, con altri gio­va­ni, nel bal­lo riser­va­to ai pic­co­li bal­la con il nipo­ti­no, con­vin­cen­do­si di diver­tir­si molto.

A sera­ta con­clu­sa il ritor­no a casa è silen­zio­so. L’amarezza si tra­sfor­ma in disprezzo.

Pas­sa­no i gior­ni, il pae­se è pic­co­lo. Qual­cu­no dice a Jolan­da che Anto­nio è sta­to al bal­lo in un altro cir­co­lo e lì ha fat­to cop­pia fis­sa con Maria, sua com­pa­gna di scuola.

Ecco la con­fer­ma che cer­ca­va al suo com­por­ta­men­to distac­ca­to e non com­pro­met­ten­te: giu­sti­fi­ca sé stes­sa, la sua riser­va­tez­za, e ne va fiera.

Non ha, non vuo­le ave­re, un pen­sie­ro per Anto­nio, che pure ci ha pro­va­to e ha tro­va­to un muro, un rifiu­to, e alla fine si è sen­ti­to umi­lia­to e respinto.

Lei non ha mos­so un dito, né fat­to dei ten­ta­ti­vi per ripren­der­si il suo amo­re. È più como­do dare le col­pe agli altri, che con­dan­na­re le nostre scel­te. Anto­nio era un don­gio­van­ni e Maria una ruba-fidanzati.
Ma l’amore non è un gioco.

Il Car­ne­va­le giun­ge al ter­mi­ne. Per Jolan­da sarà l’ultimo del­la sua vita. Un gra­ve lut­to col­pi­rà la sua fami­glia e il suo cuo­re diver­rà duro, inca­pa­ce d’amare. Anto­nio dopo qual­che anno spo­se­rà Maria e ognu­no pren­de­rà la sua strada.

Sono pas­sa­ti mol­ti anni dal Car­ne­va­le di Jolan­da e Anto­nio, i Cir­co­li nel­le con­tra­de esi­sto­no e resi­sto­no. Anco­ra oggi si bal­la nel perio­do di Car­ne­va­le, è diven­ta­to moti­vo di attra­zio­ne turi­sti­ca. Cer­to, le coc­car­de colo­ra­te non ci sono più, ma sono testi­mo­ni di un per­cor­so cul­tu­ra­le popo­la­re, testi­mo­ni di sto­rie d’amore nate e vis­su­te, custo­di­te gelo­sa- men­te all’interno dei Circoli.

Jolan­da vive la sua vita in soli­tu­di­ne con i suoi fio­ri, a loro riser­va tut­ta la sua fati­ca e il suo amo­re, quell’amore che non ha per le per­so­ne. È osti­le a ogni rap­por­to uma­no, giu­di­ce sen­za tito­lo, non ha cono­scen­za del­la vita al di fuo­ri del suo giardino.

La sua vita l’ha chiu­sa in un cas­set­to dove gia­ce una coc­car­da azzur­ra, strap­pa­ta dal­la giac­ca di Anto­nio una sera al ballo.

La pren­de tra le mani per un atti­mo. Rivi­ve quei momen­ti. Bru­sca­men­te la richiu­de nel cas­set­to. Que­sto è tut­to ciò che si con­ce­de, non ha rim­pian­ti. O non ammet­te di aver­ne. Mai saprà come sareb­be sta­ta la sua esi­sten­za se aves­se dato il giu­sto valo­re al sen­ti­men­to e si fos­se lascia­ta tra­spor­ta­re sul­la via dell’amore e del­la vita.

Cate­ri­na D’Aietti

29–7‑2022