Un pantesco a New York: tra diplomazia e nuove sfide personali

12/04/2024 0 Di Flavio Silvia

Un pantesco a New York, sì perché il nostro collaboratore Flavio Silvia, ha partecipato ad un progetto di scambio culturale sulla diplomazia internazionale nella Big Apple.

Ecco il suo diario di viaggio per noi

di Fla­vio Silvia

Il cuo­re pal­pi­tan­te del­la diplo­ma­zia inter­na­zio­na­le, New York City, ha recen­te­men­te ospi­ta­to una sti­mo­lan­te e coin­vol­gen­te simu­la­zio­ne diplo­ma­ti­ca del­le Nazio­ni Uni­te. Tra il 21 e il 29 mar­zo 2024, gio­va­ni pro­ve­nien­ti da ogni ango­lo del glo­bo si sono riu­ni­ti pres­so l’Ho­tel Hil­ton, a pochi pas­si da Times Squa­re, per par­te­ci­pa­re a un pro­get­to che non solo ha offer­to un’im­mer­sio­ne nel­la diplo­ma­zia inter­na­zio­na­le, ma ha anche aper­to fine­stre sul vibran­te tes­su­to cul­tu­ra­le del­la città.

Per molti partecipanti, incluso me stesso, le aspettative erano alle stelle.

Pre­pa­ra­ti con cura dal­l’as­so­cia­zio­ne WSC Ita­lia, era­va­mo pron­ti ad affron­ta­re sfi­de e scam­bi cul­tu­ra­li che solo una cit­tà come New York pote­va offri­re. E non sia­mo rima­sti delu­si. La cit­tà stes­sa ci ha accol­to con il suo sky­li­ne moz­za­fia­to e l’at­mo­sfe­ra elet­tri­ca che sem­bra­va pro­ve­ni­re diret­ta­men­te da un set cine­ma­to­gra­fi­co. Cam­mi­na­re per le stra­de di New York è sta­to come entra­re in un mon­do di sogno, dove ogni ango­lo nascon­de­va una nuo­va scoperta.

Ma il fulcro della nostra esperienza è stata la simulazione stessa.

Inca­ri­ca­to di rap­pre­sen­ta­re la Repub­bli­ca del Togo all’in­ter­no del­la Gene­ral Assem­bly del­le Nazio­ni Uni­te, mi sono tro­va­to immer­so in un inten­so dibat­ti­to su que­stio­ni cru­cia­li per la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le. In que­sto con­te­sto sono sta­to chia­ma­to, all’in­ter­no del­le varie com­mis­sio­ni, a fare degli inter­ven­ti pub­bli­ci pre­sen­tan­do la posi­zio­ne del Togo sul­le que­stio­ni in ogget­to. Posi­zio­ni che dove­va­no esse­re espres­se in segui­to ad uno stu­dio appro­fon­di­to del back­ground del Pae­se afri­ca­no che ave­vo fat­to nei mesi pre­ce­den­ti e che ovvia­men­te dove­va­no tene­re con­to del­le carat­te­ri­sti­che del­la nazio­ne che ero chia­ma­to a rappresentare.

Il nostro obbiet­ti­vo, come nel­la real­tà, era di scri­ve­re insie­me ai Pae­si che com­po­ne­va­no le varie com­mis­sio­ni, una riso­lu­zio­ne che poi sareb­be sta­ta vota­ta all’in­ter­no del­la com­mis­sio­ne stes­sa. Ovvia­men­te, per fare ciò, è sta­to neces­sa­rio anda­re in cer­ca dei voti degli altri dele­ga­ti all’in­ter­no del­la commissione. 

In qua­li­tà di Rap­pre­sen­tan­te del Togo abbia­mo col­la­bo­ra­to a due boz­ze di riso­lu­zio­ne poi appro­va­te in com­mis­sio­ne, dive­nen­do così pro­mo­to­ri e fir­ma­ta­ri del­le stes­se. Da discu­te­re c’e­ra­no argo­men­ti deli­ca­ti come il ruo­lo del­la scien­za e del­le tec­no­lo­gie nel­la sicu­rez­za inter­na­zio­na­le e il disar­mo, così come la rela­zio­ne tra disar­mo e svi­lup­po. È sta­to un pri­vi­le­gio par­te­ci­pa­re a con­ver­sa­zio­ni che potreb­be­ro pla­sma­re il futu­ro del nostro pia­ne­ta. Ma soprat­tut­to che mi han­no accre­sciu­to sia dal pun­to di vista cul­tu­ra­le che dal pun­to di vista professionale. 

Ma non è stata solo la simulazione a rendere questa esperienza indimenticabile.

È sta­to l’in­te­ra­zio­ne con i miei coe­ta­nei pro­ve­nien­ti da tut­to il mon­do che ha reso tut­to così spe­cia­le. Con­di­vi­de­re idee, pun­ti di vista e cul­tu­re con ragaz­zi dal Bra­si­le al Texas, ha amplia­to i miei oriz­zon­ti in modi che non avrei mai imma­gi­na­to. E nono­stan­te le sfi­de lin­gui­sti­che, che per me, da ita­lia­no, sono sta­te signi­fi­ca­ti­ve, l’in­gle­se è diven­ta­to un pon­te che ha reso pos­si­bi­le con­net­ter­si con il mondo.

Fuo­ri dal­la sala con­fe­ren­ze, ho avu­to la for­tu­na di esplo­ra­re New York. Dal­la Sta­tua del­la Liber­tà al memo­ria­le dell’11 set­tem­bre, dal­l’Em­pi­re Sta­te Buil­ding al Pon­te di Broo­klyn, ho visto e sen­ti­to la sto­ria pul­san­te del­la cit­tà in ogni luo­go visitato.

Ma il momento più emozionante è arrivato durante la cerimonia di chiusura nel prestigioso Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite.

Men­tre riflet­te­vo sul­l’e­spe­rien­za straor­di­na­ria vis­su­ta, ho rea­liz­za­to quan­to sia sta­to for­tu­na­to a fare par­te di que­sto viag­gio. E men­tre dico addio a New York, por­to con me non solo ricor­di inde­le­bi­li, ma anche nuo­ve ami­ci­zie che arric­chi­ran­no la mia vita per sempre.

Voglio ringraziare con affetto tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio, dai miei compagni di avventura ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto.

Ma in mez­zo a tut­ta que­sta gio­ia, non pos­so dimen­ti­ca­re di rin­gra­zia­re colo­ro che sono sta­ti al mio fian­co fin dal­l’i­ni­zio: i miei geni­to­ri. Il loro soste­gno incon­di­zio­na­to e l’a­mo­re infi­ni­to mi han­no dato la for­za di affron­ta­re ogni sfi­da, com­pre­se le dif­fi­col­tà lin­gui­sti­che e le pres­sio­ni del­la simulazione.

Non solo han­no soste­nu­to il mio viag­gio con il loro appog­gio emo­ti­vo, ma han­no anche reso pos­si­bi­le que­sta espe­rien­za con il loro imman­ca­bi­le soste­gno finan­zia­rio. Sen­za di loro, que­sto viag­gio non sareb­be sta­to pos­si­bi­le e non sarei diven­ta­to la per­so­na che sono oggi. Per que­sto e per mol­to altro, voglio rin­gra­ziar­li di cuo­re, sapen­do che il loro amo­re e la loro fidu­cia mi accom­pa­gne­ran­no sem­pre ovun­que vada.

Vor­rei rin­gra­zia­re con affet­to le nuo­ve per­so­ne che ho cono­sciu­to duran­te il viag­gio: Ales­san­dro, Cin­zia, Davi­de, Mas­si­mo, Sofia, Ludo­vi­ca, Clau­dia, Gar­rett, Kate, Juan, Sonia e mol­ti altri che non sto qui a nomi­na­re, ma che ricor­do con mol­to affet­to. New York, con la sua ener­gia tra­vol­gen­te e il suo magne­ti­smo uni­co, mi ha dona­to un’e­spe­rien­za che rimar­rà per sem­pre nel mio cuo­re e nel­la mia mente.