Pantelleria, violenza sulle donne. La testimonianza di Roberta

Pantelleria, violenza sulle donne. La testimonianza di Roberta

25/09/2023 0 Di Francesca Marrucci

Dopo l’Editoriale di ieri, mi stanno arrivando tanti messaggi, telefonate e testimonianze di donne vittime di violenza come la nostra Annalisa.

Diamo voce a queste donne, portiamo testimonianze importanti che ci si può salvare.

La prima a parlarci della sua esperienza è Roberta, in attesa che altre donne si facciano coraggio ed inizino a gridare. Basta silenzio!

di Fran­ce­sca Marrucci

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L’Edi­to­ria­le su Anna­li­sa ha avu­to un effet­to dirom­pen­te, un effet­to che nem­me­no io imma­gi­na­vo, sin­ce­ra­men­te. A pre­scin­de­re dal­le let­tu­re, dal­le con­di­vi­sio­ni e dai com­men­ti, il fat­to che il mes­sag­gio sia sta­to ascol­ta­to e sia arri­va­to, è testi­mo­nia­to soprat­tut­to dai mes­sag­gi e dal­le tele­fo­na­te che mi stan­no arri­van­do da ieri di don­ne pan­te­sche che si sono rico­no­sciu­te o han­no rico­no­sciu­to situa­zio­ni note nel­la vicen­da di Anna­li­sa e nel­la disa­mi­na fat­ta del­la situa­zio­ne a Pan­tel­le­ria e in Italia.

Il fat­to che in trop­pi anco­ra nascon­da­no l’e­si­sten­za di que­sto pro­ble­ma o lo neghi­no o, peg­gio, cer­chi­no di giu­sti­fi­car­lo, rap­pre­sen­ta l’en­ne­si­ma feri­ta, l’en­ne­si­mo col­po infer­to alle don­ne e alle ragaz­ze che sono vit­ti­me di vio­len­za da par­te di com­pa­gni, padri, fra­tel­li, mariti.

È con­for­tan­te che le don­ne comin­ci­no a par­la­re, a veni­re fuo­ri, a denun­cia­re, soprat­tut­to quel­le che sono riu­sci­te a far­ce­la a dire no, a reagire.

Sono un esem­pio impor­tan­te, fon­da­men­ta­le, per far capi­re a quan­te anco­ra non tro­va­no il corag­gio che si può fare, ci si può riap­pro­pria­re del­la pro­pria vita, si può sfug­gi­re dal ter­ro­re e met­ter­si in sal­vo e, se pre­sen­ti, sal­va­re anche i pro­pri figli.

Con­ti­nue­re­mo a par­la­re con for­za di que­sto argo­men­to, come ho sem­pre fat­to in que­sti anni, con par­ti­co­la­re impe­gno soprat­tut­to a Pantelleria.

Oggi dia­mo voce a Rober­ta, che mi ha scrit­to una let­te­ra toc­can­te e com­mo­ven­te, for­te e stra­zian­te, sul­la sua espe­rien­za per­so­na­le. Rober­ta toc­ca anche un altro tema che mi sta mol­to a cuo­re: i figli del­le vit­ti­me di violenza. 

Non ho rite­nu­to di dover ‘cor­reg­ge­re’ la sua let­te­ra, come lei mi ha chie­sto, per­ché espri­me di cuo­re e d’i­stin­to le emo­zio­ni e le fa arri­va­re drit­te nel let­to­re. Cam­bia­re que­sto flus­so di emo­zio­ni avreb­be fal­sa­to il suo messaggio.

La rin­gra­zio per que­sta let­te­ra, anche a nome del­le tan­te don­ne a cui dà voce. Il silen­zio in que­sti casi non ser­ve, anzi è mol­to peri­co­lo­so e di silen­zio ce n’è sta­to fin troppo.

Riman­go a dispo­si­zio­ne per quan­te voglia­no chie­de­re info, aiu­to, soste­gno o por­ta­re la loro testi­mo­nian­za, ma anche di chi vuo­le impe­gnar­si e fare qual­co­sa per pro­se­gui­re un per­cor­so di sen­si­bi­liz­za­zio­ne e pre­ven­zio­ne sul ter­ri­to­rio, don­ne e uomini.

Insie­me pos­sia­mo fare tan­to, insie­me la comu­ni­tà può fare la differenza.

ECCO LA LETTERA DI ROBERTA

Ciao cara, come va? Dopo l’e­pi­so­dio ter­ri­bi­le avve­nu­to pochi gior­ni fa sul­l’i­so­la, ho deci­so per la pri­ma vol­ta di par­lar­ne, anzi di scri­ve­re pro­prio a te. 

Sei una gran don­na e con una for­te sen­si­bi­li­tà e sono sicu­ra che saprai come scri­ve­re la mia sto­ria, sem­pre se lo vor­rai. Io non ce la fac­cio ad espri­mer­mi nel modo cor­ret­to e ancor meno vor­rei far pena alle tan­te per­so­ne che mi conoscono.

Ho subì­to mol­ti mal­trat­ta­men­ti dal mio pri­mo com­pa­gno, con il qua­le sono sta­ta parec­chi anni. Innu­me­re­vo­li le vol­te che mi ha riem­pi­ta di bot­te, fino a quan­do non sono fini­ta in ospe­da­le qua­si in fin di vita… 

Ave­vo deci­so di ras­se­gnar­mi a sta­re con lui, per­ché lo ama­vo, ma un gior­no per stra­da, mi sono ritro­va­ta davan­ti una ragaz­za con un bim­bo nel pas­seg­gi­no che pren­de­va sber­le e cal­ci dal suo compagno.

In un atti­mo mi sono rivi­sta in lei e ho deci­so che a mio figlio non avrei mai fat­to vede­re la sua mam­ma umi­lia­ta in quel modo!

L’ho mol­la­to e sono scap­pa­ta. Intan­to però, sono cre­sciu­ta con un padre tra­di­to­re e vio­len­to ver­so mia madre e non appe­na io e mia sorel­la sia­mo anda­te via di casa, ha potu­to appro­fit­ta­re per far­le vede­re il vero inferno!

Ho dovu­to costrin­ge­re mia madre a cac­ciar­lo di casa, minac­cian­do­la di non veder­mi mai più!

Lei l’ha fat­to, ma le cose sono peggiorate.

Più vol­te ha ten­ta­to di inve­stir­la per stra­da per por­tar­la alla morte.

Le sue nume­ro­se denun­ce non sono ser­vi­te a nulla.

Una vol­ta, anche segui­ta dai Cara­bi­nie­ri, lui ha pro­va­to a far­le del male, ma loro gli han­no sem­pli­ce­men­te par­la­to e in quel momen­to è anda­to via. Quin­di non si è risol­to nulla.

Dopo un paio di anni c’è final­men­te una cau­sa in tri­bu­na­le con­tro di lui. Esi­to?
Con­dan­na­to a 3 mesi di domi­ci­lia­ri, ma non per quel­lo che ave­va fat­to a mia madre, ma per non aver paga­to le spe­se pro­ces­sua­li! W l’I­ta­lia!

Con que­sto, vor­rei poter sen­si­bi­liz­za­re i figli del­le don­ne mal­trat­ta­re a non fin­ge­re che tut­to sia nor­ma­le, ma a par­la­re con il cuo­re alle loro mamme.

L’a­mo­re per un uomo ti fa fare paz­zie, ma quel­lo per i figli, ti fa ragionare.

Scu­sa lo sfo­go e spe­ro di non aver­ti intri­sti­to. Per me è dav­ve­ro la pri­ma vol­ta che rac­con­to que­sto è anco­ra non so se sto facen­do la cosa giusta.

Spe­ro di cuo­re che le mie paro­le pos­sa­no ser­vi­re a far pen­sa­re a quan­t’è bel­lo vive­re, nono­stan­te tutto.
Tut­to si può supe­ra­re, ma solo fin­ché c’è la vita.

Rober­ta M.

Cara, gra­zie per le tue paro­le, non quel­le che riguar­da­no me, ma la tua storia. 
L’importanza di testi­mo­nian­ze come la tua è ine­sti­ma­bi­le per quan­ti anco­ra nega­no l’evidenza, per quan­ti pre­fe­ri­sco­no nascon­de­re e nascon­der­si, per le don­ne che pen­sa­no che non se ne esca, che non ci sia speranza. 

La spe­ran­za c’è e tu la rap­pre­sen­ti appie­no. Non chie­der­ti se stai facen­do la cosa giu­sta, per­ché è così. Per­ché è par­la­re diret­ta­men­te a chi si tro­va nel­la stes­sa situa­zio­ne e dire, anzi gri­da­re, non sei sola. 

Gra­zie di que­sta testimonianza.

Fran­ce­sca Marrucci