Vegani sì, vegani no: la differenza tra informazione e gossip

Vegani sì, vegani no: la differenza tra informazione e gossip

23/09/2019 0 Di Redazione

Il Vegan è uno di quegli argomenti che suscita polemica ed è facile dare una notizia come gossip per fare più click. Ma questo non aiuta chi vuole fare una scelta di vita seria e ponderata.

di Miche­la Silvia

Ci risia­mo. Ecco il tito­lo­ne acchiap­pa­click: ‘Bam­bi­no figlio di vega­ni rico­ve­ra­to per­ché denutrito’.

Que­sto bam­bi­no è denu­tri­to, per­ciò è sta­to rico­ve­ra­to. Non per­ché vegano.

Ma que­sto basta per ini­zia­re a con­di­vi­de­re la noti­zia inneg­gian­do alla car­ne e deri­den­do chi attua una scel­ta vegana.

Il pun­to è che il bam­bi­no è rico­ve­ra­to per­ché DENUTRITO. E sta male per incu­ria dei geni­to­ri, non per­ché la scel­ta vega­na sia da con­dan­na­re, seb­be­ne nell’infanzia non sia una scel­ta sag­gia, anzi, sareb­be da evi­ta­re. Negli adul­ti non è né miglio­re né peg­gio­re di altre se (e ripe­to: SE), pia­ni­fi­ca­ta da medi­ci ed esper­ti di nutri­zio­ne, maga­ri in pre­sen­za di sup­ple­men­ta­zio­ne ade­gua­ta, moni­to­ran­do even­tua­li carenze.

Una scel­ta eti­ca, reli­gio­sa o di gusto, va rispet­ta­ta, non deri­sa. Un pro­fes­sio­ni­sta dovreb­be accom­pa­gna­re la per­so­na a fare scel­te sen­sa­te e uti­li alla sua salu­te, per­ché si amma­la chi man­gia male, in ecces­so e in difet­to. La mal­nu­tri­zio­ne esi­ste anche per onni­vo­ri, car­ni­vo­ri, vege­ta­ria­ni e intolleranti.

Sia chia­ro, la die­ta vega­na non è miglio­re di altre se insen­sa­ta a livel­lo di quan­ti­tà (esi­sto­no anche obe­si vega­ni che abu­sa­no di zuc­che­ri e gras­si) e tan­to­me­no miglio­re per salu­te, tumo­ri e malat­tie. Qua­lo­ra deci­dia­te di segui­re un’alimentazione par­ti­co­la­re, rivol­ge­te­vi sem­pre a pro­fes­sio­ni­sti che sap­pia­no gesti­re le vostre scel­te a livel­lo scien­ti­fi­co e secon­do scien­za e coscien­za. Sap­pia­te però che più cibi inse­ria­mo nel­la nostra “die­ta”, mino­re è il rischio di caren­ze, qua­lo­ra le quan­ti­tà e la qua­li­tà sia­no ade­gua­te alle neces­si­tà. Per que­sto, le die­te dima­gran­ti fun­zio­na­no tut­te, anche quel­le squi­li­bra­te e ipo­ca­lo­ri­che, come va di moda ogni anno, ma il risul­ta­to è solo a bre­ve ter­mi­ne (fin­ché si seguono).

Man­gia­re bene tut­ta la vita, rispet­tan­do scel­te eti­che, reli­gio­se, biso­gni e con­vi­via­li­tà, dato che la salu­te è anche benes­se­re psi­co­lo­gi­co e socia­le, si ottie­ne solo pen­san­do che rima­ne­re in salu­te non è con­se­guen­za di una die­ta, ma di uno sti­le di vita che coin­vol­ga la qua­li­tà del­la masti­ca­zio­ne, del son­no, dell’intestino, dell’alimentazione e del movi­men­to, unen­do neces­si­tà e pia­ce­re. Per­ché rinun­cia­re al pia­ce­re è inutile.

La testa coman­da sem­pre. Per quel­lo quan­do ci con­vin­cia­mo di una cosa la fac­cia­mo anche se assurda.

Quin­di, smet­tia­mo­la di dire che un ‘bim­bo di due anni, figlio di vega­ni, è sta­to rico­ve­ra­to’, per­ché ‘mal nutri­to’, piut­to­sto dicia­mo ‘bim­bo di due anni è sta­to rico­ve­ra­to per­ché denutrito’.