Bocciatura Corte dei Conti: stop al Ponte. Spesa insostenibile

Bocciatura Corte dei Conti: stop al Ponte. Spesa insostenibile

31/10/2025 0 Di Redazione

PONTE STRETTO, ASSOCIAZIONI: BOCCIATURA CORTE DEI CONTI A DIFESA DELLE TASSE DEI CITTADINI 

 “IL PONTE NON STA IN PIEDI DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE, ECONOMICO E ANCHE PROCEDURALE” 

Il primo soggetto terzo che si pronuncia sul Ponte lo boccia  

“Gravissimi gli attacchi alla magistratura contabile dello Stato che ha certificato tutte le anomalie di un progetto insostenibile da tutti i punti di vista” 

 
La Cor­te dei Con­ti ha boc­cia­to ieri la deli­be­ra CIPESS (n. 41/2025) rela­ti­va al pro­get­to del Pon­te sul­lo Stret­to di Mes­si­na, negan­do il visto di legit­ti­mi­tà all’o­pe­ra da 13,5 miliar­di di euro. Una deci­sio­ne che con­fer­ma le gra­vi cri­ti­ci­tà segna­la­te dal­le asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste alla magi­stra­tu­ra con­ta­bi­le e che tute­la le tas­se dei cit­ta­di­ni che il gover­no ha deci­so di desti­na­re ad un inter­ven­to che non sta in pie­di dal pun­to di vista pro­get­tua­le, ambien­ta­le, eco­no­mi­co e procedurale. 
Green­pea­ce Ita­lia, Legam­bien­te, Lipu e WWF Ita­lia, ave­va­no pre­sen­ta­to alla Cor­te dei Con­ti due det­ta­glia­te memo­rie in cui evi­den­zia­va­no le mol­te­pli­ci irre­go­la­ri­tà del pro­get­to: dal­la vio­la­zio­ne del­le nor­ma­ti­ve euro­pee e nazio­na­li in mate­ria ambien­ta­le, all’in­so­ste­ni­bi­li­tà eco­no­mi­ca del­l’o­pe­ra, fino alle cri­ti­ci­tà pro­ce­du­ra­li che han­no carat­te­riz­za­to l’in­te­ro iter autorizzativo. 
“La Cor­te dei Con­ti ha con­fer­ma­to ciò che soste­nia­mo da anni: il pro­get­to del Pon­te sul­lo Stret­to è un’o­pe­ra inso­ste­ni­bi­le sot­to ogni pro­fi­lo” dichia­ra­no con­giun­ta­men­te le quat­tro asso­cia­zio­ni, che aggiun­go­no: “Il pri­mo sog­get­to ‘ter­zo’ chia­ma­to a pro­nun­ciar­si sul Pon­te non ha potu­to fare altro che evi­den­ziar­ne tut­te le pro­ble­ma­ti­che irri­sol­te. I magi­stra­ti con­ta­bi­li han­no rile­va­to cri­ti­ci­tà fon­da­men­ta­li: dal­le coper­tu­re eco­no­mi­che incer­te, all’af­fi­da­bi­li­tà del­le sti­me di traf­fi­co, dal­la con­for­mi­tà alle nor­ma­ti­ve ambien­ta­li e anti­si­smi­che, fino alla vio­la­zio­ne del­le rego­le euro­pee sul supe­ra­men­to del 50% del costo ini­zia­le del pro­get­to sen­za nuo­va gara d’ap­pal­to. Tut­to l’iter segui­to dal Gover­no Melo­ni è sta­to carat­te­riz­za­to da con­ti­nue for­za­tu­re che non sono mai sta­te risol­te, ma che si è ten­ta­to di supe­ra­re con ulte­rio­ri for­za­tu­re, come i con­ti­nui voti di fidu­cia per aggi­ra­re la discus­sio­ne e il con­fron­to in Par­la­men­to, finen­do per deter­mi­na­re un ‘mostro’ giu­ri­di­co con pesan­ti ele­men­ti di anti­co­sti­tu­zio­na­li­tà”. 
Le asso­cia­zio­ni ricor­da­no che nel­la memo­ria pre­sen­ta­ta a metà set­tem­bre alla Cor­te ave­va­no mes­so in evi­den­za pro­prio que­sti aspet­ti cru­cia­li: “Ave­va­mo con­te­sta­to, oltre ai vizi istrut­to­ri rela­ti­vi alla pro­ce­du­ra di Valu­ta­zio­ne di impat­to ambien­ta­le (VIA) e alla Valu­ta­zio­ne di inci­den­za (VIn­ca), in vio­la­zio­ne del­le diret­ti­ve comu­ni­ta­rie, l’u­ti­liz­zo stru­men­ta­le dei moti­vi impe­ra­ti­vi di rile­van­te inte­res­se pub­bli­co (IROPI), con la ridi­co­la for­za­tu­ra di defi­ni­re il Pon­te come ‘ope­ra mili­ta­re’ per aggi­ra­re i vin­co­li ambien­ta­li. Ave­va­mo sol­le­va­to dub­bi sul­l’as­se­gna­zio­ne del­l’o­pe­ra sen­za ban­do di gara inter­na­zio­na­le, in con­tra­sto con le nor­me euro­pee sul­la con­cor­ren­za”. 
“Anco­ra più gra­ve – pro­se­guo­no le asso­cia­zio­ni – è l’in­cer­tez­za sui costi rea­li del­l’o­pe­ra, che già oggi par­to­no da 13,5 miliar­di, ma che potreb­be­ro lie­vi­ta­re dram­ma­ti­ca­men­te, come sem­pre acca­de per le gran­di ope­re in Ita­lia. La rela­zio­ne costi-bene­fi­ci pre­sen­ta­ta dal Gover­no si basa su cal­co­li del tut­to irrea­li­sti­ci sul­l’in­cre­men­to del PIL e sui flus­si di traf­fi­co pre­vi­sti”. 
Green­pea­ce Ita­lia, Legam­bien­te, Lipu e WWF Ita­lia sot­to­li­nea­no inol­tre come il pro­get­to pre­sen­ti caren­ze pro­get­tua­li anco­ra irri­sol­te. Man­ca­no stu­di sismi­ci fon­da­men­ta­li, non sono sta­ti com­ple­ta­ti test di tenu­ta essen­zia­li e trop­pe deci­sio­ni ven­go­no rin­via­te al pro­get­to ese­cu­ti­vo. La Cor­te dei Con­ti ha evi­den­zia­to che man­ca per­si­no il pare­re del Con­si­glio Supe­rio­re dei Lavo­ri Pub­bli­ci sul pro­get­to defi­ni­ti­vo e quel­lo del­l’Au­to­ri­tà dei Tra­spor­ti sul pia­no tariffario. 
Tut­te que­stio­ni già ampia­men­ti illu­stra­te e ogget­to di due ricor­si ammi­ni­stra­ti­vi e tre recla­mi alla Com­mis­sio­ne Euro­pea tut­to­ra pendenti. 
“Le rea­zio­ni scom­po­ste del Gover­no con­tro la magi­stra­tu­ra con­ta­bi­le rap­pre­sen­ta­no un’anomalia costi­tu­zio­na­le sen­za pre­ce­den­ti, che apre un con­flit­to evi­den­te tra l’esecutivo e chi è chia­ma­to dal­la Costi­tu­zio­ne a con­trol­la­re la soste­ni­bi­li­tà eco­no­mi­ca degli atti. Ricor­dia­mo che que­gli atti sono finan­zia­ti con le tas­se dei cit­ta­di­ni” dichia­ra­no con durez­za le associazioni. 
Le quat­tro orga­niz­za­zio­ni ambien­ta­li­ste riba­di­sco­no che il Pon­te sul­lo Stret­to rap­pre­sen­ta uno spre­co inso­ste­ni­bi­le di risor­se pub­bli­che che potreb­be­ro esse­re impie­ga­te per le rea­li esi­gen­ze – anche infra­strut­tu­ra­li – del Sud e dell’intero Paese. 
Se il Gover­no mani­fe­stas­se l’intenzione di for­za­re la mano e pro­ce­de­re comun­que con una deli­be­ra del Con­si­glio dei mini­stri igno­ran­do la boc­cia­tu­ra, le asso­cia­zio­ni sono pron­te a rea­gi­re: “Una even­tua­le for­za­tu­ra isti­tu­zio­na­le di que­sta por­ta­ta rap­pre­sen­te­reb­be una gra­ve vio­la­zio­ne del­lo Sta­to di dirit­to e mine­reb­be la cre­di­bi­li­tà del nostro Pae­se in Euro­pa. Se ciò doves­se avve­ni­re non esi­te­re­mo a por­ta­re la que­stio­ne davan­ti alla Cor­te di Giu­sti­zia Euro­pea per la vio­la­zio­ne del­le nor­me comu­ni­ta­rie in mate­ria ambien­ta­le, di con­cor­ren­za e di cor­ret­ta gestio­ne del­le risor­se pub­bli­che. Un gover­no che pro­ce­de con­tro i rilie­vi del­la magi­stra­tu­ra con­ta­bi­le si assu­me una respon­sa­bi­li­tà poli­ti­ca e giu­ri­di­ca enor­me che rica­dreb­be anche sul Par­la­men­to”. 
Legam­bien­te Italia