Alice nel paese delle brutte meraviglie di Anna Steri. Giornata contro la Violenza sulle Donne

Alice nel paese delle brutte meraviglie di Anna Steri. Giornata contro la Violenza sulle Donne

25/11/2019 1 Di Redazione

Nella Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, Pantelleria Notizie ha scelto un toccante monologo della scrittrice e cantante Anna Steri, molto attiva nella sensibilizzazione sul tema del femminicidio per ricordare le donne vittime di violenza.

In Italia una ogni tre giorni.

Alice nel paese delle brutte meraviglie

Mi chia­mo Ali­ce, ho 27 anni, e doma­ni mi spo­so. Mi tre­ma il cuo­re dal­la feli­ci­tà. Sen­to tut­te le far­fal­le nel­lo sto­ma­co, di tut­to il mon­do, tut­te den­tro. Spo­so Lui­gi, l’amore del­la mia vita, l’amore che arri­va e ti ci but­ti den­tro. Ed è bellissimo.

Mi chia­mo Ali­ce, ho 30 anni, e sono incin­ta. Ho la nau­sea alla mat­ti­na, appe­na mi met­to sedu­ta sul let­to dopo aver aper­to gli occhi. E la sera mi vie­ne una fame, una fame di cose intro­va­bi­li nel fri­go, così Lui­gi deve far­si un paio di super­mer­ca­ti pri­ma di accon­ten­ta­re il pic­co­lo che mi vive in pan­cia e che recla­ma cibo. Lui­gi dice che sono bel­lis­si­ma, io mica gli cre­do, sono ingras­sa­ta di die­ci chi­li, ma mi fac­cio coc­co­la­re lo stesso.

Mi chia­mo Ali­ce, ho 31 anni, e da qual­che mese strin­go fra le brac­cia Fran­ce­sco. È buo­no Fran­ce­sco. E sa di lat­te dap­per­tut­to, sui capel­li, mani­ne, pie­di­ni. Lo guar­do con mera­vi­glia. Ma, per dav­ve­ro, l’ho fat­to io? Ma, per dav­ve­ro, e’ venu­to fuo­ri da me? Mi com­muo­vo per ogni cosa. Lui­gi, no. Lui­gi alza la voce. “Fal­lo smet­te­re di pian­ge­re, Cri­sto.”. Ieri gli è scap­pa­ta una mano sul­la mia fac­cia. L’ho per­do­na­to subi­to. È stan­co. Que­sta pater­ni­tà lo tro­va impreparato.

Mi chia­mo Ali­ce, ho 32 anni, e, oggi, guar­dan­do­mi allo spec­chio ho nota­to un livi­do sul brac­cio destro, uno su uno zigo­mo, e uno vici­no al lab­bro. Ora mi truc­co per bene e spa­ri­sce tutto.

Mi chia­mo Ali­ce, ho 33 anni, e, sta­se­ra, sono fini­ta al pron­to soc­cor­so. Tre costo­le rot­te. Lui­gi mi ha man­da­to un cal­cio su un fian­co. Ma non è col­pa sua. Non è col­pa sua. Lui è così stan­co, ed io così distrat­ta che sono cadu­ta in cuci­na, men­tre gli por­ta­vo in tavo­la il piat­to e le posa­te. “Mio mari­to ha pro­va­to ad aiu­tar­mi a rial­zar­mi, inve­ce mi è cadu­to addos­so”, così ho det­to in ospe­da­le. “Sicu­ra?”. “Sicu­ra.”, ho rispo­sto pia­no, col dolo­re che mi taglia­va il respiro.

Mi chia­mo Ali­ce, ho 35 anni, e, sta­mat­ti­na, Lui­gi mi ha fic­ca­to un col­tel­lo in gola. Ho sen­ti­to la lama entra­re nel­la car­ne. Per qual­che secon­do ho trat­te­nu­to il fia­to, e ho pen­sa­to “ma sta capi­tan­do a me? per dav­ve­ro sta capi­tan­do a me?”. Sono mor­ta dopo qual­che ora. Sen­za più sangue.

Mi chia­mo Ali­ce, e, ora, sono nuvo­la, e piog­gia, e ter­ra, e mare. E respi­ro di madre su tut­ti gli orfa­ni di que­sto mondo.

Anna Ste­ri

Anna Ste­ri


Foto di coper­ti­na Tom­ma­so Brignone