La storia di Julian Assange e la verità della piccola profetessa del lago

La storia di Julian Assange e la verità della piccola profetessa del lago

09/11/2019 0 Di Anselmo Consolo

La Storia di Julian Assange

di Ansel­mo Consolo

Avamposto chiama Terra Madre…

Sono qui, sono riap­pro­da­to a Pan­tel­le­ria, sul­la tua zol­let­ta di pre­gia­ta ter­ra che sem­bra sta­re al cen­tro del mio mare natio, al cen­tro di un anti­co mon­do che mi rifiu­to di abbandonare.

Sta­se­ra, dopo la piog­gia sem­bra che il cie­lo stel­la­to con­ti­nui a pio­ver­ti addos­so e le stel­le sem­bra­no goc­ce di luce che ti cado­no den­tro… e ad ogni not­te il silen­zio che custo­di­sci qui, mi amma­lia, mi ci cro­gio­lo tan­to da pen­sa­re di non pote­re più far­ne a meno. Mio dol­ce rifu­gio, mi fai sen­ti­re come un ani­ma­let­to che si è fat­to una tana sicu­ra e con­for­te­vo­le

La verità nelle parole della piccola profetessa del lago

Come pro­mes­so ades­so rac­con­te­rò di Julian Assan­ge, ma pri­ma apri­rò uno scor­cio di tem­po da poco tra­scor­so. Era una gio­io­sa sera­ta di set­tem­bre tra ami­ci riu­ni­ti nel magi­co, pic­co­lo dam­mu­so di Fleur che con­di­vi­de­va­no una cena al lume di can­de­le, stel­le e due lune, una che si leva­va sor­nio­na sopra l’o­riz­zon­te, l’al­tra era rifles­sa sul­l’ar­gen­teo spec­chio del­la Dea Venere.

Era faci­le in quel­l’in­can­to, imma­gi­na­re Amo­re, figlio del­la Dea del­la bel­lez­za, sedu­to tra le soa­vi col­li­ne diver­tir­si a tirar frec­ce di pas­sio­ne agli igna­ri astanti. 

Ed ecco, veder­lo muo­ve­re da quel­le val­li e arri­va­re sot­to for­ma di bam­bi­na, la figlia di cari ami­ci, il papà mio fra­tel­lo di stra­da pra­ti­ca­men­te da quan­do ave­va­mo più o meno la stes­sa età del­la pic­co­la, cin­que anni di pura con­sa­pe­vo­lez­za, due occhi pie­ni di stel­le di viva intel­li­gen­za e dei boc­co­li di oro fila­to a con­tor­no del­le divi­ne fat­tez­ze e spriz­zan­do fre­sca gio­ia esor­di­sce: “Ragaz­zi noi non pote­va­mo man­ca­re, eh già! Pro­prio non pote­va­mo man­ca­re que­sta sera!” E tro­van­do gra­di­ta quel­la gio­via­le com­pa­gnia di adul­ti, la pic­co­la si sedet­te nel cer­chio accan­to, come sem­pre al suo caro zio per nul­la a disa­gio di ritro­var­si l’u­ni­ca bam­bi­na del grup­po ad intra­pren­de­re un inte­ra not­te tra ami­ci cono­sciu­ti e sco­no­sciu­ti e mi dice: “Zio, sta­se­ra devo par­la­re del­la veri­tà, ascol­ta­te tut­ti, la veri­tà è una cosa impor­tan­te!

Lo stes­so zio che lei ama ascol­ta­re le sue sto­rie con gli ani­ma­li in giro per il mon­do e dei miti gre­ci e che que­sta vol­ta per cor­ro­bo­ra­re la sua enfa­si, comin­cia a far­fu­glia­re filo­so­fia spic­cio­la, sul­la dif­fi­col­tà di indi­vi­dua­re una veri­tà asso­lu­ta, anco­ra igna­ro di esse­re appe­na cadu­to nel­la sua enne­si­ma trap­po­la… mi zit­ti­sce con un gesto sim­bo­li­co del­le sue mani­ne a parar­mi a bre­ve distan­za la boc­ca, con disar­man­te inno­cen­za dice: “No zio, io par­lo del­la veri­tà, quel­la che si dice quan­do qual­cu­no la chie­de. La veri­tà che si dice per non dire le bugie. La veri­tà che si rac­con­ta su quel­lo che si fa e si vuo­le!

A quel pun­to guar­dai tut­ti i pre­sen­ti ed infi­ne sua madre che mi fece spal­luc­ce, abi­tua­ta com’e­ra al suo inna­to, divi­no fer­vo­re, mi dis­se sem­pli­ce­men­te: “La conosci!”

Pas­sa un bre­ve o for­se lun­ghis­si­mo tem­po, pri­ma che tut­ti risor­ges­si­mo da quel­le parole.

La bam­bi­na, come una pic­co­la pro­fe­tes­sa, con­ti­nua­va a tene­re ban­co con la dan­za dei suoi discor­si, con quel­le pic­co­le mani­ne che si muo­ve­va­no nell’aria acco­glien­te ad incar­na­re quel momen­to uni­co, quel momen­to di veri­tà inviolabile.

Ecco che tra la tre­mu­la, cal­da luce di quel­la not­te, vidi far­si avan­ti lo spi­ri­to di Julian. Era lumi­no­so, gen­ti­le come sem­pre, ho lascia­to volen­tie­ri anche lui alber­ga­re nei miei spa­zi inte­rio­ri da un po di tem­po, spe­ran­do di riu­sci­re a con­di­vi­de­re e a leni­re un po del suo dolo­re. Ho dia­lo­ga­to, ho pian­to insie­me a lui, quan­do, a vol­te il gri­do dell’ingiustizia dive­ni­va trop­po insostenibile.

Terra Madre ti prego ascolta la storia di Julian Paul Assange

Julian nasce in Austra­lia nel­la cit­tà di Town­svil­le il 3 luglio del 1971, figlio di atto­ri tea­tra­li sem­pre in viag­gio, non fre­quen­tò mai la scuo­la, ma riu­sci­va a stu­dia­re nel­le biblio­te­che del­le cit­tà in cui si esi­bi­va­no i geni­to­ri. A 16 anni era già un esper­to infor­ma­ti­co e si deli­nea­va la sua voca­zio­ne per il gior­na­li­smo. Fa tut­to mol­to pre­co­ce­men­te, lascia il nucleo fami­lia­re a 17 anni, per spo­sar­si e ave­re un figlio a 18 anni e ver­so la fine degli anni ’80 si uni­sce ad un grup­po di hac­ker, “i sov­ver­si­vi inter­na­zio­na­li” che ave­va­no come pseu­do­ni­mo “Men­dax” mendace.

Ho visto un pugno di gio­va­ni ami­ci, con dei sani prin­ci­pi di ricer­ca del­le veri­tà cela­te, infat­ti si pro­po­ne­va­no già allo­ra di sma­sche­ra­re le men­zo­gne, ala­cre­men­te, sfac­cia­ta­men­te, pro­pi­na­te dal main­stream inter­na­zio­na­le, dal­la mag­gior par­te dei capi di sta­to mon­dia­li, da quel­la “eli­te” paras­si­ta del siste­ma neo­li­be­ri­sta, capi­ta­li­sta impe­ran­te, come fos­si­mo con­si­de­ra­ti una mas­sa di rincoglioniti.

Non era­no cer­to lì riu­ni­ti per spia­re la gen­te comu­ne o la comu­ni­tà dei popo­li del mon­do, que­sto già lo face­va a tap­pe­to e siste­ma­ti­ca­men­te il deep sta­te ame­ri­ca­no e ingle­se, la C.I.A, e i ser­vi­zi segre­ti dei mag­gio­ri Sta­ti dell’Unione Europea.

Spiare chi ci spia: il modello Assange

La vicen­da che pre­sen­ta per cer­ti ver­si simi­li­tu­di­ni con quel­la di Julian di Edward Sno­w­den, è emble­ma­ti­ca di que­sta evi­den­za, ci han­no fat­to pure un bel film. Ebbe­ne, ho visto quel grup­po di ami­ci impe­gnar­si in qual­co­sa di dav­ve­ro mol­to più gran­de, di quan­to si pos­sa mini­ma­men­te imma­gi­na­re, for­se gran­de quan­to l’intollerabile con­trad­di­zio­ne del­la poli­ti­ca inter­na­zio­na­le. (1)

Comin­cia­ro­no a stu­dia­re un modo per spia­re chi ci spia, a per­fe­zio­na­re sem­pre più le tec­ni­che di cifra­tu­ra e decrip­ta­zio­ne dei dati top secret uti­liz­za­ti dal­le isti­tu­zio­ni d’intelligence degli Sta­ti, dal­le gerar­chie mili­ta­ri, dai “signo­ri” del­le ban­che, del dena­ro e del­le gran­di indu­strie. Era il tem­po del­le pri­me incur­sio­ni infor­ma­ti­che nel­le sedi gover­na­ti­ve, nel dipar­ti­men­to del­la dife­sa americano.

Arri­va­no pun­tua­li le pri­me gra­ne con le “auto­ri­tà”, pri­me per­qui­si­zio­ni, pri­mo arre­sto, che supe­ra pagan­do una cau­zio­ne. (2) Gli idea­li gio­va­ni­li quan­do resi­sto­no alle dif­fi­col­tà, al tem­po, si deli­nea­no come mis­sio­ne di vita, l’inarrestabile biso­gno di veri­tà di Julian, matu­ra, diven­ta qual­co­sa di straor­di­na­rio, mai visto pri­ma, il sogno del più gran­de pro­get­to di Infor­ma­zio­ne gior­na­li­sti­ca diven­ta realtà.

Wikileaks

Nell’ottobre del 2006 fon­da e divie­ne capo redat­to­re di Wiki­Leaks (3) Leak dall’inglese “per­di­ta” inte­so come fuga di noti­zie. Attor­no al sito web comin­cia­no a ope­ra­re miglia­ia di uma­ni, gior­na­li­sti, scien­zia­ti, hac­ker, esper­ti infor­ma­ti­ci, atti­vi­sti di ogni par­te del mon­do che lot­ta­no per far emer­ge­re le veri­tà nasco­ste all’opinione pub­bli­ca, il cui mot­to è sem­pli­ce­men­te: “FREEDOM” – LIBERTÁ.

Nel­le pri­me pagi­ne del sito v’è scrit­ta que­sta fra­se; “Tre cose non pos­so­no esse­re nasco­ste a lun­go: la Luna, il Sole e la Veri­tà” e si invi­ta tut­ti, garan­ten­do l’anonimato, a for­ni­re mate­ria­le che vuo­le esse­re volu­ta­men­te, sub­do­la­men­te occul­ta­to da chi disprez­za la demo­cra­zia e cal­pe­sta siste­ma­ti­ca­men­te i fon­da­men­ta­li dirit­ti dei popoli.

Già nel 2007 Wiki­Leaks era in pos­ses­so di qual­co­sa come 1.200.000 dati e meta­da­ti riser­va­ti e infor­ma­zio­ni coper­te da segre­to che riguar­da­no le mag­gio­ri isti­tu­zio­ni degli Sta­ti a livel­lo globale.

Su dove fini­ro­no tut­ti i mali del mon­do, dopo l’incauto gesto del­la bel­la Pan­do­ra, per la pri­ma vol­ta, a chiun­que l’avesse volu­to sape­re, sareb­be risul­ta­to trasparente.

Gra­zie Julian! Se ades­so c’è un gran par­la­re di tra­spa­ren­za tra i tan­ti intral­laz­zi isti­tu­zio­na­li, lo dob­bia­mo tut­ti quan­ti a te, che hai avu­to il corag­gio di guar­da­re oltre la cor­ti­na del­le appa­ren­ze e ren­der­ci par­te­ci­pi di cosa hai visto.

I nume­ro­si ten­ta­ti­vi di hac­ke­ra­re e scar­di­na­re il poten­te siste­ma di cifra­tu­ra di Wiki­Leaks da par­te di quel­li che cre­do­no di soste­ne­re la barac­ca, non fun­zio­na­no. Si pas­sa alle minac­ce, alle cau­se “giu­di­zia­rie”, alle pri­me per­se­cu­zio­ni fisi­che e chiu­su­re, oscu­ra­men­ti e cen­su­re del sito su varie piat­ta­for­me inter­net, non pri­ma che l’intera ban­ca dati venis­se sal­va­ta e tra­sfe­ri­ta in Sve­zia, con­si­de­ra­ta da quel pugno di ami­ci, diven­ta­ti ora una temi­bi­le orga­niz­za­zio­ne, come ulti­ma roc­ca­for­te del­la libe­ra infor­ma­zio­ne pro­prio per le leg­gi avan­za­te vigen­ti che tute­la­no par­ti­co­lar­men­te la liber­tà di espres­sio­ne dei giornalisti.

In un bun­ker anti­a­to­mi­co, Wiki­Leaks nel cen­tro dati Bah­n­hof con­ti­nua inde­fes­sa­men­te a cari­ca­re, tra­smet­te­re e pub­bli­ca­re files segre­ti. (a)

Julian Assan­ge PRIMA dell’arresto

È nel 2010 che il progetto Wikileaks raggiunge proporzioni colossali

Altri milio­ni di files con­fi­den­zia­li e segre­ti con­te­nen­ti l’operato di vari gover­ni e in par­ti­co­la­re dei gover­ni degli Sta­ti Uni­ti dagli anni ’60 a quel momen­to, ven­go­no resi pub­bli­ci. (3),

In quel perio­do era un con­ti­nuo stril­la­re di tele­fo­ni inter­na­zio­na­li, di linee pre­fe­ren­zia­li impaz­zi­te, amba­scia­te in sub­bu­glio, un fre­ne­ti­co, male­vo­lo bru­sio nel­le came­re del “pote­re costituito”.

Alcu­ni ami­ci di altre sfe­re e pia­ne­ti rife­ri­sco­no di aver a lun­go regi­stra­to un assor­dan­te e fasti­dio­so sot­to­fon­do, pro­ve­ni­re da te Ter­ra Madre, che addi­rit­tu­ra offu­sca­va il natu­ra­le e demiur­gi­co suo­no che emet­ti nell’universo! Qual­co­sa di simi­le ma mol­to più distur­ban­te di que­sto rumo­re (b)

Così come un can­cro com­bat­te la natu­ra­le cura, cer­can­do di crea­re meta­sta­si o come i paras­si­ti si coa­liz­zi­no per resi­ste­re ad una medi­ci­na cura­ti­va, que­sta inde­fi­ni­bi­le accoz­za­glia, già nota, nel ten­ta­ti­vo dispe­ra­to di bloc­ca­re la fuga di noti­zie, river­sa e con­cen­tra tut­te le pro­prie diso­no­re­vo­li risor­se (g) nell’attacco alla sede gior­na­li­sti­ca e indi­vi­dua Julian come “nemi­co pub­bli­co nume­ro 1”, (4–5‑6) tan­to da indur­re i mem­bri di Wiki­Leaks a con­ser­va­re un file cosid­det­to di “assi­cu­ra­zio­ne”, tutt’oggi crip­ta­to da codi­ci di acces­so impe­ne­tra­bi­li, ma pro­pe­deu­ti­ca­men­te distri­bui­to a un nume­ro con­si­de­re­vo­le di ano­ni­me “sen­ti­nel­le” che in caso suc­ce­des­se qual­co­sa di male a Julian o a qual­sia­si espo­nen­te di Wiki­Leaks, fareb­be sì che le chia­vi dei codi­ci di acces­so del file diven­ti­no pub­bli­che, in modo da per­met­te­re a tut­ti auto­no­ma­men­te di acce­de­re ai dati contenuti.

Mi chie­do dopo tut­ti i mor­ti sto­ri­ci ammaz­za­ti “miste­rio­sa­men­te” se oggi Julian sia anco­ra vivo, non potreb­be esse­re gra­zie a que­sta precauzione!

Luglio 2010: il caso Chelsea Elisabeth Manning

È con il caso Chel­sea Eli­sa­beth Man­ning, luglio 2010 (7), (8) che suc­ce­de l’irreparabile. Accu­sa­ta e con­dan­na­ta nel 2013 a 35 anni di pri­gio­ne per aver sot­trat­to miglia­ia di infor­ma­zio­ni riser­va­te e con­se­gna­te suc­ces­si­va­men­te a Wiki­Leaks, quan­do anco­ra era Brad­ley Edward Man­ning, mili­ta­re con inca­ri­co di ana­li­sta di intel­li­gen­ce nel­la guer­ra in Iraq. Con­dan­na che vie­ne decur­ta­ta in segui­to alle tan­te pres­sio­ni inter­na­zio­na­li a 7 anni e 6 mesi.

Avam­po­sto agli uma­ni di Ter­ra Madre, ai qua­li non sono anco­ra per­ve­nu­te cer­te infor­ma­zio­ni: strin­ge­te i den­ti, apri­te gli occhi, abbia­te il corag­gio di esse­re testi­mo­ni voi stes­si su come e con quan­to diso­no­re si com­bat­to­no oggi le guerre!

La mat­ti­na del 5 apri­le 2010 Wiki­Leaks pub­bli­ca il file deno­mi­na­to; Col­la­te­ral Mur­der (9), (4), (5), (6). E il 25 luglio i files top secret deno­mi­na­ti; Dia­rio di guer­ra afgha­no (10), (4), (5) (6).

La male­vo­la, infi­da maglia si strin­ge sem­pre più sof­fo­can­te su Julian. Il gover­no degli Sta­ti Uni­ti avvia una pro­ce­du­ra di inda­gi­ne su Wiki­Leaks e a novem­bre del­lo stes­so anno, il Regno di Sve­zia emet­te nei con­fron­ti di Julian un man­da­to di arre­sto inter­na­zio­na­le – udi­te, udi­te – per stu­pro, che avreb­be com­piu­to nei con­fron­ti del­le sue due ex amo­ro­se che si lamen­ta­no nel­le pro­cu­re del loro Pae­se, di aver fat­to ses­so non pro­tet­to quan­do fre­quen­ta­va­no Julian. La vicen­da è ben descrit­ta anche su Wiki­pe­dia (2). Ridi­co­la accu­sa, come l’ennesimo fake-pro­ces­so che si ordi­sce mera­men­te per l’obbiettivo uni­co di estra­da­re Julian negli Sta­ti Uni­ti ed esse­re final­men­te alla mer­cè di quel­li che han­no inte­res­se di puni­re “cotan­ta” tra­spa­ren­za e liber­tà, come Julian stes­so ha in segui­to dichiarato.

Il 25 apri­le 2011 Wiki­Leaks pub­bli­ca i Guan­ta­na­mo Files (11), (12), (13). Sì, è anche gra­zie a Wiki­Leaks se pure que­sti cri­mi­ni con­tro l’umanità, per­pe­tra­ti que­sta vol­ta nel car­ce­re mili­ta­re di mas­si­ma sicu­rez­za di Guan­ta­na­mo, sono per­ve­nu­ti all’opinione pub­bli­ca. A Guan­ta­na­mo, tra l’altro, era­no sta­ti rapi­ti, (d) dete­nu­ti e tor­tu­ra­ti 22 mino­ren­ni e più di 150 inno­cen­ti e mol­ti sono gli scom­par­si in quell’inferno crea­to dagli uomi­ni. E anche su que­sto orro­re ci han­no fat­to in segui­to un film; Camp X‑Ray.

2012: la situazione degenera per Assange

Nel 2012 la situa­zio­ne dege­ne­ra, come si dice da noi Julian sen­te e vede  “a car­ta mala pig­ghia­ta” (e), intan­to che il gover­no sta­tu­ni­ten­se fa sape­re che sul capo­re­dat­to­re di Wiki­Leaks gra­va­no pesan­ti accu­se di rea­to di spio­nag­gio, con capi di impu­ta­zio­ne che van­no dai 175 anni di car­ce­re, alla pena di mor­te. (f)

Dopo esser­si con­se­gna­to a Sco­tland Yard e rila­scia­to su cau­zio­ne in bre­ve tem­po e dopo che la cor­te supre­ma ingle­se ha riget­ta­to il ricor­so con­tro l’estradizione in Sve­zia, Julian deci­de di rifu­giar­si all’interno dell’ambasciata ecua­do­ria­na di Lon­dra e chie­de asi­lo poli­ti­co, in quan­to perseguitato.

Ad ago­sto del 2012 il pre­si­den­te socia­li­sta dell’Ecuador Rafael Cor­rea gli con­ce­de lo sta­tus di rifu­gia­to poli­ti­co. All’interno dell’ambasciata Julian con­du­ce il pro­gram­ma tele­vi­si­vo deno­mi­na­to: “World Tomor­row” il Mon­do di Doma­ni, (14) sul cana­le Rus­sia Today (15)

Il gover­no ingle­se fin da subi­to minac­cia finan­co di vio­la­re tut­ti i trat­ta­ti inter­na­zio­na­li e costi­tu­zio­na­li e fare irru­zio­ne all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador per prov­ve­de­re all’estradizione in “Sve­zia” di Julian. (16) Il pre­si­den­te Rafael Cor­rea resi­ste, non si lascia inti­mi­di­re, Julian resta asser­ra­glia­to per qua­si 7 anni all’interno dell’ambasciata.(17)

2019: l’arresto di Julian Assange

Il 23 mag­gio le pro­cu­re sta­tu­ni­ten­si accu­sa­no ulte­rior­men­te Julian di aver vio­la­to l’Espionage Act del 1917. Dopo il cam­bio di pre­si­den­za in Ecua­dor, dove si avvi­cen­da alla cari­ca del Pae­se Lenin More­no a mag­gio del 2017, Julian capi­sce che pre­sto lo sta­to di rifu­gia­to poli­ti­co gli ver­rà annul­la­to e lo dichia­ra pub­bli­ca­men­te. Infat­ti l’undici apri­le del 2019 il nuo­vo pre­si­den­te dell’Ecuador dopo aver dimo­stra­to di cam­bia­re le car­te in tavo­la del­le poli­ti­che inter­ne, (rife­ri­to alla que­stio­ne F.M.I) guar­da caso, annul­la lo sta­tus di rifu­gia­to poli­ti­co e sospen­de la cit­ta­di­nan­za ecua­do­ria­na di Julian e vio­lan­do e cal­pe­stan­do la pro­pria costi­tu­zio­ne e il pro­prio giuramento.

Lo stes­so gior­no invi­ta le auto­ri­tà bri­tan­ni­che ad entra­re all’interno dell’ambasciata per pre­le­va­re “l’imputato”, che vie­ne tra­sci­na­to fuo­ri for­za­ta­men­te da una fol­ta schie­ra di ener­gu­me­ni (18), (19) e con­dot­to pri­ma in tri­bu­na­le in cui vie­ne pro­ces­sa­to per diret­tis­si­ma per aver vio­la­to il bail act, per non esser­si pre­sen­ta­to al fake-pro­ces­so di cui sopra e gli vie­ne sen­ten­zia­to il mas­si­mo del­la pena, 50 set­ti­ma­ne da scon­ta­re nel car­ce­re di mas­si­ma sicu­rez­za di Bel­marsh, chia­ma­to la Guan­ta­na­mo britannica.

“Dopo l’arresto di Assan­ge da par­te del­le auto­ri­tà bri­tan­ni­che, Cor­rea dal Bel­gio, ha defi­ni­to il suo ex com­pa­gno di par­ti­to “un cor­rot­to, il più gran­de tra­di­to­re del­la sto­ria dell’Ecuador e dell’America Lati­na.”” fon­te tro­va­ta su Wiki­pe­dia. (20)

Le ulti­me noti­zie par­la­no di Julian con gli occhi gon­fi come qual­cu­no che non vede la luce da mol­to tem­po. I pochi che rie­sco­no a visi­tar­lo rife­ri­sco­no di som­mi­ni­stra­zio­ni for­za­te di far­ma­ci non meglio spe­ci­fi­ca­ti e di vere e pro­prie tor­tu­re. È visi­bil­men­te pro­va­to, par­la a sten­to alla pri­ma del­le cin­que udien­ze pre­vi­ste dal­la West­min­ster Magi­stra­tes, Cor­te di Lon­dra pri­ma di decre­ta­re la sua estra­di­zio­ne in Ame­ri­ca, dove la sua richie­sta di rice­ve­re del tem­po per acce­de­re e visio­na­re meglio l’enorme mole dei fasci­co­li pro­ces­sua­li dell’accusa gli vie­ne nega­ta dal giu­di­ce distret­tua­le Vanes­sa Barai­tser. (21), (22), (23), (24)

Julian Assan­ge DOPO l’arresto

Prima che sia troppo tardi…

Uma­ni di ter­ra madre que­sta è la sto­ria di Julian, non lascia­te­lo da solo, sia­te giu­sti con voi stes­si, supe­ra­te­ne il giu­di­zio, in que­sta vicen­da è scon­ta­to chi sta nel bene e chi nel male, lo capi­sco­no pure i bam­bi­ni, inve­ce riflet­te­te, inda­ga­te, amplia­te la vostra visio­ne del mon­do e pro­va­te a fare qual­co­sa per lui ades­so che è anco­ra vivo, pri­ma che sia trop­po tardi.

Qual­sia­si cosa sia nel­le vostre capa­ci­tà e pos­si­bi­li­tà potreb­be risul­ta­re pre­zio­sa e uti­le. Una poe­sia, una can­zo­ne, un gesto sim­bo­li­co, mi acco­do all’appello del caro pro­fes­so­re Pie­tro Rat­to. (25)

Fac­cio un appel­lo a cuo­re aper­to a tut­ti gli ita­lia­ni che han­no ami­ci e paren­ti in Inghil­ter­ra di spro­nar­li e pro­va­re a crea­re una cate­na uma­na di gen­te che si tie­ne per mano attor­no al car­ce­re di Bel­marsh, sareb­be una bel­la rispo­sta di solidarietà. 

Chie­do anche a tut­te le cit­tà d’Italia, com­pre­sa l’accogliente cit­tà di Pan­tel­le­ria, di con­se­gna­re la cit­ta­di­nan­za ono­ra­ria a Julian Assan­ge per i pre­zio­si ser­vi­gi svol­ti a bene­fi­cio del­le comu­ni­tà dei popo­li del mon­do. Sareb­be un gesto sim­bo­li­co dav­ve­ro mol­to, mol­to impor­tan­te e bello.

La piccola profetessa del lago non sa che la verità si paga

Oggi ripen­so anco­ra alle paro­le del­la pic­co­la pro­fe­tes­sa di quel­la magi­ca sera al lago: “Zio, sta­se­ra devo par­la­re del­la veri­tà, ascol­ta­te tut­ti, la veri­tà è una cosa impor­tan­te! Zio io par­lo del­la veri­tà, quel­la che si dice quan­do qual­cu­no la chie­de. La veri­tà che si dice per non dire le bugie. La veri­tà che si rac­con­ta su quel­lo che si fa e si vuo­le!” E le vedo come un pon­te che ci può con­dur­re nel rifu­gio sicu­ro e calo­ro­so del regno dei giu­sti, lo cono­sco­no bene tut­ti i bambini.

Ter­ra Madre oggi vedia­mo che un eroe vero dei nostri gior­ni, che ha fat­to il suo dove­re per il bene di tut­ti, vie­ne trat­ta­to come il peg­gio­re dei cri­mi­na­li e sta suben­do le peg­gio­ri ingiu­sti­zie, da chi inve­ce dovreb­be tute­la­re il bene comu­ne e custo­di­re le liber­tà degli indi­vi­dui e dei popo­li. Vedia­mo isti­tu­zio­ni che non fan­no il loro dove­re e abu­sa­no di arbi­tra­rio pote­re che usa­no con­tro i dirit­ti natu­ra­li dell’essere uma­no! Vedia­mo alcu­ni magi­stra­ti car­ne­fi­ci, pie­ga­ti dall’incapacità di tro­va­re il corag­gio di esse­re giu­sti! Pre­si­den­ti e capi di sta­to scon­fit­ti, nau­fra­ghi nel mare del­le veri­tà sve­la­te alla deri­va su zat­te­re di mise­ra men­zo­gna, osti­na­ta­men­te rat­top­pa­te con bitu­mi­no­sa propaganda.

Terra Madre abbiamo visto un uomo buono!

Il suo nome è Julian Assan­ge! Ti pre­ghia­mo, ha biso­gno del­la tua anti­ca, sal­vi­fi­ca ener­gia, ha biso­gno di imme­dia­to aiu­to! Ter­ra Madre Julian Assan­ge non è solo e voglia­mo subi­to la sua liberazione!

Avam­po­sto a Ter­ra Madre, ti pre­ghia­mo rispondi…


Note:

(a) se vole­te quan­do avre­te il tem­po inda­ga­te pure e rile­va­te voi stes­si ogni mate­ria­le che va dal con­fi­den­zia­le al top secret di ogni Sta­to, del­le guer­re e pia­ni mili­ta­ri, del­la C.I.A e del­le altre intel­li­gen­ce di altri pae­si, degli intral­laz­zi del­la finan­za inter­na­zio­na­le, del­le cor­po­ra­zio­ni, del­le ban­che, del­la poli­ti­ca, dell’economia glo­ba­le, ecc. ecc. https://wikileaks.org/ La cono­scen­za è potere!

(b) https://youtu.be/or_cxDao8Us sen­za offe­sa per le ami­che vespe e api che inve­ce sono inset­ti mera­vi­glio­si e utili.

(g) ecco una pic­co­la par­te di inde­fi­ni­bi­li galop­pi­ni del male: RUSH LIMBAUGH, ERLE BOLLING, DEROY MURDOCK, DONALD DOUGLAS, BOB BEKEL, TOM FLANAGAN, pro­fes­so­ro­ni, gior­na­li­sto­ni, ‘opi­nio­ni­sti’, ‘con­dut­to­ri tele­vi­si­vi’ che isti­ga­no in tele­vi­sio­ne l’uccisione di Julian, anche assol­dan­do kil­ler a paga­men­to. “Un sito tie­ne trac­cia di chi vuo­le l’uccisione di Assan­ge” da leg­ge­re l’articolo del gior­na­li­sta Raf­fae­le Mastro­lo­nar­do: https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiRnYXdktblAhVJ2KQKHYDdBSkQFjAAegQIARAB&url=https%3A%2F%2Ftg24.sky.it%2Fmondo%2F2011%2F01%2F12%2Fwikileaks_tucson_esecuzione_julian_assange.html&usg=AOvVaw3urImEFdM50HIcY5iTi_jT

(d) le chia­ma­no “extraor­di­na­ry ren­di­tion”, con­se­gne straor­di­na­rie i rapi­men­ti, deten­zio­ni e tor­tu­re isti­tu­zio­na­li ille­ga­li. https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiotMihjtTlAhUrsaQKHRdxCxoQFjACegQIDhAG&url=https%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FExtraordinary_rendition&usg=AOvVaw3fg2PD3tkV4nI4bmto6Np_

(e) altri­men­ti defi­ni­to: avvi­sa­glia di epi­lo­ghi funesti.

(f) ormai han­no get­tan­do giù la masche­ra, ci stan­no dicen­do sfac­cia­ta­men­te che pen­sa­no di poter deci­de­re di fare ciò che voglio­no del­la vita di chi si met­te con­tro il “siste­ma”. Mi chie­do: Ma que­sto pate­ti­co, igno­bi­le nuo­vo ordi­ne mon­dia­le pen­sa di per­se­gui­ta­re e ster­mi­na­re ogni indi­vi­duo che fa la dif­fe­ren­za anco­ra per molto?

(1) https://youtu.be/i_RKa-OsaeE

(2)https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjmpbjDjdTlAhVDzKQKHcChA8cQFjAAegQIAxAB&url=https%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FJulian_Assange&usg=AOvVaw1-ZMf09AzpP0lJ9rkhvygt

(3) https://wikileaks.org/

(4) https://youtu.be/Pzp4DCzPzxU

(5) https://youtu.be/qwMRMFXlIQ0

(6) https://youtu.be/zUz69gCYfnA

(7) https://youtu.be/mSx1VG8UnF8

(8)https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwig8OrghdTlAhWQa1AKHdV3ACUQFjAAegQIBBAB&url=https%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FChelsea_Manning&usg=AOvVaw34Qw1pCywcJRRX51FYS8tz

(9) https://youtu.be/is9sxRfU-ik

(10) https://wardiaries.wikileaks.org/iraq/diarydig

(11) https://wikileaks.org/gitmo/

(12) https://youtu.be/vVkJIZPPv5I

(13) https://youtu.be/kQgCqqQWqTw

(14) https://worldtomorrow.wikileaks.org/index.html

(15) https://youtu.be/GDLXPpooA18?list=PL19A6F6A10DCFB253

(16) https://www.youtube.com/watch?v=P16uP5rNAhE

(17) https://youtu.be/Fu6a_GsjiWM

(18) https://youtu.be/9UP937fRgto

(19) https://youtu.be/ZryXwnFnN9U

(20)https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwi7qOPRpdTlAhVVkMMKHcjfAYcQFjAAegQIAhAB&url=https%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FL%25C3%25ADn_Moreno&usg=AOvVaw2cKh0BgMeeE8ubogogosi7

(21) https://youtu.be/mkteotSRitk

(22) https://youtu.be/cqOZmLYNdKc

(23) https://youtu.be/ned5hnW_9wY

(24) https://youtu.be/jynyLSKTlw4

(25) https://youtu.be/LhBYEU1e9Rg