Una sera di scirocco a Corso Umberto, Pantelleria si racconta

Una sera di scirocco a Corso Umberto, Pantelleria si racconta

07/06/2025 0 Di Lucia Boldi

Tra libri, musica e immagini: Pantelleria racconta sé stessa in una sera di scirocco

Dalla presentazione del libro “Colori & linee” di Claudio Zinetti, al vernissage della mostra fotografica dell’autore, la bellezza si diffonde lungo Corso Umberto I, accompagnata dalla musica di Silvia D’Aietti. Un intreccio di linguaggi per ascoltare l’isola.

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di Lucia Boldi

Pan­tel­le­ria non si con­ce­de in fret­ta. Va osser­va­ta in silen­zio, a pas­so len­to, lascian­do che sia­no il ven­to, la luce e le pie­tre a par­la­re. Pro­prio come è acca­du­to ieri sera, quan­do il cal­do sci­roc­co ha fat­to da sfon­do a un even­to dif­fu­so che ha uni­to foto­gra­fia e musi­ca in un uni­co respi­ro collettivo.

La sera­ta si è aper­ta alle 19.00, alla pre­sen­za del Sin­da­co Fabri­zio D’ancona, nel­la piaz­za davan­ti il vec­chio Castel­lo di pie­tra lavi­ca; la pre­sen­ta­zio­ne del libro “Colo­ri e Linee” di Clau­dio Zinet­ti, ex Coman­dan­te dell’Aeronautica Mili­ta­re, è sta­ta accol­ta con gran­de inte­res­se da un pub­bli­co varie­ga­to di iso­la­ni, turi­sti, curiosi.

Ma il momen­to let­te­ra­rio è sta­to solo l’inizio. Con­clu­se le ulti­me doman­de del dia­lo­go fra auto­re e pub­bli­co, la gen­te si è mos­sa ver­so Cor­so Umber­to I, attrat­ta dal­le note vibran­ti del­la musi­ca e dal­la voce cal­da di Sil­via D’aietti, gio­va­nis­si­ma can­tan­te pantesca.

 
A pochi pas­si di distan­za, nel­la Gal­le­ria d’arte “Le alco­ve” di Van der Grin­ten, sta­va per aprir­si il ver­nis­sa­ge del­la mostra foto­gra­fi­ca del­lo stes­so Zinet­ti. L’ingresso, dopo pochi gra­di­ni, con­du­ce in uno spa­zio rac­col­to, fre­sco, qua­si sacro. Le foto­gra­fie era­no dispo­ste lun­go le pare­ti spo­glie: solo archi­tet­tu­re, nes­sun vol­to, nes­su­na pre­sen­za umana.
Scor­ci di fac­cia­te, gio­chi di ombre su sca­le, aper­tu­re cie­che, fine­stre che sem­bra­no occhi stanchi.
Un par­ti­co­la­re del­la chie­sa di Tra­ci­no, un tet­to di dam­mu­so che si incro­cia con una sca­la, cur­ve e linee che si intrec­cia­no ai colo­ri dell’isola.
Al posto di vol­ti sono le pie­tre che par­la­no: un’assenza che è una pre­sen­za for­tis­si­ma in cui l’architettura ha smes­so di esse­re sfon­do per vigne, foto­gra­fa­ti miglia­ia di volte.
 
A me l’isola par­la attra­ver­so alcu­ni det­ta­gli di archi­tet­tu­re, le sca­le che sal­go­no nel vuo­to, pro­spet­ti­ve inu­sua­li di chie­se e di dam­mu­si, fine­stre cie­che, muri segna­ti dal sale e dal tem­po, por­te chiu­se. Cer­co sem­pre qual­co­sa che mi sor­pren­da, che mi comu­ni­chi un guiz­zo. Mi capi­ta di per­cor­re­re una stra­da e osser­va­re i muri, le case, e non tro­va­re nul­la da foto­gra­fa­re e poi, facen­do­la al con­tra­rio ren­der­mi con­to che tut­to cam­bia”, ci con­fes­sa Zinetti.

Se potesse fare solo un’altro scatto sull’isola, adesso, cosa fotograferebbe?

Que­sta mat­ti­na, pri­ma di arri­va­re a casa mia, nel­la disce­sa di Kad­diug­gia ho tro­va­to una stra­di­na ster­ra­ta, per­cor­ren­do­la mi son tro­va­to davan­ti un vec­chio dam­mu­so rosa stu­pen­do. Quel­lo sarà il mio pros­si­mo scat­to, quan­do tro­ve­rò la luce giu­sta.

Ha in mente qualche altro luogo da esplorare a fondo, oltre Pantelleria?

Sono affa­sci­na­to da Ber­li­no, è una cit­tà ric­ca di archi­tet­tu­re, e poi quel tubo di gas azzur­ro che pas­sa per tut­ta la cit­tà è un bel­lis­si­mo con­tra­sto tra sto­ria e modernismo.”
 
Il vino bian­co, sec­co, pro­fu­ma­to di pie­tra e di ven­to, ver­sa­to nei cali­ci si fon­de­va con le foto­gra­fie e la musi­ca, crean­do un’atmosfera sospe­sa. La gen­te si muo­ve­va sen­za fret­ta, dia­lo­ga­va a bas­sa voce, alcu­ni si sede­va­no sui gra­di­ni dell’ingresso, altri osser­va­va­no in silen­zio, come in ascol­to di qual­co­sa di più profondo.
Ieri sera, Pan­tel­le­ria, sem­bra­va rac­con­tar­si da sé, sen­za biso­gno di paro­le, men­tre lo sci­roc­co con­ti­nua­va a sof­fia­re leg­ge­ro tra i vico­li e Cor­so Umber­to I, por­tan­do con sé il pro­fu­mo del mare. Non solo una car­to­li­na da ammi­ra­re, ma una pic­co­la, inten­sa cele­bra­zio­ne dell’essenza dell’isola: una veri­tà fat­ta di ven­to, pie­tre e luce. 

 

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