Dario Spezia: da Pantelleria al Concertone del Primo Maggio

Dario Spezia: da Pantelleria al Concertone del Primo Maggio

03/05/2025 0 Di Redazione

Dario Spezia: da Pantelleria al Concerto del Primo Maggio a Piazza San Giovanni a Roma. L’entusiasmo e l’umiltà di un grande artista sempre… work in progress

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di Fran­ce­sca Marrucci

Dario Spe­zia, pan­te­sco doc, anche lui figlio di quel­la gene­ra­zio­ne dav­ve­ro illu­mi­na­ta che ha par­to­ri­to talen­ti incre­di­bi­li dal pun­to di vista arti­sti­co sul­l’i­so­la, por­ta anco­ra una vol­ta il nome di Pan­tel­le­ria su un pal­co impor­tan­te. Pro­ba­bil­men­te il più noto e ambi­to d’I­ta­lia: quel­lo del Con­cer­to del Pri­mo Mag­gio a Piaz­za San Gio­van­ni a Roma.

Con l’u­mil­tà che lo con­trad­di­stin­gue, ha rispo­sto alle doman­de del­la nostra inter­vi­sta, rac­con­tan­do­ci cos’è suc­ces­so pri­ma di quel pal­co e quel­lo che è in pro­gram­ma per il futuro.

Dario Spezia: la prima volta sul palco del Concertone. Facciamo un passo indietro: come ci siamo arrivati e con chi?

La sto­ria com­ple­ta sareb­be dav­ve­ro lun­ga, ma par­ti­rei dal­la fine. Sul pal­co del Pri­mo Mag­gio mi sono esi­bi­to con gli SOS – Save Our Souls, sto­ri­ca band rock ita­lia­na atti­va da oltre 30 anni, gui­da­ta da Mar­co Danie­le Fer­ri, in arte “Bru­co”. È pro­prio lui il trait d’union che mi ha por­ta­to fin lì.

Con Mar­co ci sia­mo cono­sciu­ti gra­zie ad altri pro­get­ti musi­ca­li, con­di­vi­den­do pal­chi e tea­tri in con­te­sti diver­si, con orche­stre pop, rock e swing. Abbia­mo col­la­bo­ra­to anche in stu­dio per il disco di Nata­le “What a Sur­pri­se!”, un lavo­ro dal­le sono­ri­tà roc­ka­bil­ly con gli arran­gia­men­ti di Pao­lo Favini.

Bru­co mi ha poi coin­vol­to nel tour del loro ulti­mo pro­get­to, “Mac­te Ani­mo!”, che ci sta por­tan­do in giro per l’Italia e che ha pre­so il via con la data zero allo sto­ri­co Legend Club di Mila­no, lo scor­so 10 mar­zo. La chia­ma­ta per il Pri­mo Mag­gio è arri­va­ta qua­si all’ultimo momen­to, pochi gior­ni pri­ma dell’evento: una sor­pre­sa bel­lis­si­ma e un’occasione indimenticabile.

Come è stata questa esperienza e quali emozioni ti ha lasciato?

Il pal­co del con­cer­to­ne è dav­ve­ro uni­co. Viver­lo da pro­ta­go­ni­sta, davan­ti a un pub­bli­co così vasto e appas­sio­na­to, è sta­to un sogno che pren­de for­ma. Sicu­ra­men­te il mio per­cor­so pro­fes­sio­na­le, tra TV, tea­tri ed un’in­fi­ni­tà di pal­chi, mi ha per­mes­so di gode­re al mas­si­mo que­st’e­spe­rien­za. Nes­su­na ten­sio­ne, solo tan­ta ener­gia, voglia di suo­na­re e por­ta­re sul pal­co se stes­si e la musi­ca. Nel­l’e­si­bi­zio­ne ho avu­to parec­chio spa­zio da soli­sta e sen­ti­re la pro­pria chi­tar­ra riem­pi­re una piaz­za così gran­de, con un pub­bli­co così coin­vol­to, è sta­ta un’e­mo­zio­ne indescrivibile!

In un certo senso hai portato Pantelleria sul palco di San Giovanni, quanto la provenienza dall’isola ha influenzato il tuo modo di essere un musicista?

Pan­tel­le­ria, si sa, è un ambien­te uni­co. Ha avu­to un ruo­lo fon­da­men­ta­le nel­la mia for­ma­zio­ne, pri­ma anco­ra come per­so­na che come musi­ci­sta. È lì che ho mos­so i pri­mi pas­si, ed è lì che ho tro­va­to una comu­ni­tà musi­ca­le viva, appas­sio­na­ta, da cui ho potu­to impa­ra­re tan­to. Ho avu­to la for­tu­na di cre­sce­re con­fron­tan­do­mi con tan­ti musi­ci­sti dell’isola, di impa­ra­re a suo­na­re e a rispet­ta­re la musi­ca fin dai pri­mi anni.

La mia pri­ma scuo­la di musi­ca, diret­ta da Leti­zia Stup­pa, è sta­ta un pun­to di par­ten­za impor­tan­te. Da allo­ra, tra ami­ci musi­ci­sti, spe­ri­men­ta­zio­ni con­di­vi­se e l’osservazione di chi ave­va più espe­rien­za di me, ho costrui­to le basi del mio per­cor­so. A Pan­tel­le­ria ho sem­pre per­ce­pi­to un gran­de rispet­to per la figu­ra del musi­ci­sta, ma soprat­tut­to per la musi­ca stes­sa – e non è affat­to scontato.

È lì che ho ini­zia­to a fare il “mestie­re”, dav­ve­ro. Ricor­do anco­ra quan­do, a 16 anni, suo­na­vo nel­l’Or­che­stra Spa­ta: ore di musi­ca dal vivo, spar­ti­ti da leg­ge­re con atten­zio­ne, con­cen­tra­zio­ne da man­te­ne­re fino all’ultimo bra­no, sem­pre dan­do il massimo.

Pan­tel­le­ria non è solo un luo­go da cui pro­ven­go: è una par­te viva del mio modo di fare musi­ca, e la por­to con me ogni vol­ta che sal­go su un palco.

Quali progetti sono in programma per il futuro?

Come accen­na­to, il tour con gli SOS pro­se­gui­rà con diver­se date in giro per l’Italia e il calen­da­rio è già piut­to­sto fit­to. Paral­le­la­men­te all’attività live, sto inve­sten­do mol­to nel­la for­ma­zio­ne e nel­la didat­ti­ca, due aspet­ti per me fon­da­men­ta­li. Attual­men­te sono iscrit­to a due bien­ni di spe­cia­liz­za­zio­ne ai Civi­ci Cor­si di Jazz di Mila­no: uno in Chi­tar­ra Jazz e l’altro in Bas­so Elet­tri­co Jazz.

Le idee e i pro­get­ti non man­ca­no. Tra quel­li in can­tie­re ci sono il pri­mo disco del mio pro­get­to per­so­na­le, Iru­su Pro­ject, e la pub­bli­ca­zio­ne del mio pri­mo lavo­ro didat­ti­co, su cui sto lavo­ran­do da tem­po. Insom­ma, è un perio­do ric­co, impe­gna­ti­vo, ma pie­no di entu­sia­smo e pro­spet­ti­ve stimolanti.

A quando la prossima esibizione sull’isola dopo quella dello scorso anno?

Al momen­to non ho una data fis­sa­ta per un’esibizione sull’isola. Il tour che sto seguen­do ha un calen­da­rio in con­ti­nua evo­lu­zio­ne: le date si stan­no aggiun­gen­do man mano, quin­di al momen­to è dif­fi­ci­le dire con cer­tez­za quan­do potrò tor­na­re a suo­na­re a Pantelleria.
Suo­na­re sull’isola è sem­pre un gran­de pia­ce­re e spe­ro dav­ve­ro che si pre­sen­ti pre­sto una nuo­va occa­sio­ne per farlo.