Video e foto della cerimonia tenutasi questa mattina in occasione del 4 novembre all’Aeroporto Militare…
Enac: ok intitolazione aeroporto Pantelleria ad Armani. Niente consultazione
19/09/2025Enac: al via iter per intitolare aeroporto Pantelleria ad Armani
Sarà inutile l’auspicata consultazione degli isolani in merito all’iniziativa, più forte è stato l’endorsement di Salvini. Intanto i pro e i contro di questi giorni andrebbero guardati in un’ottica propositiva e non oppositiva
di Francesca Marrucci
Il Consiglio di Amministrazione di Enac si è riunito il 17 settembre all’aeroporto di Pantelleria per dare il via all’iter per intitolare formalmente l’aeroporto isolano a Giorgio Armani, come proposto da molti e appoggiato dall’Amministrazione Comunale. La decisione, sostenuta dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, ha suscitato reazioni contrastanti, con molti residenti che criticano la scelta, ritenendola poco rappresentativa dell’identità culturale dell’isola di Pantelleria, pur senza nulla togliere alla figura di Armani, molto amata da tutti i panteschi.
La polemica: valore simbolico o reale rappresentatività?
Le polemiche e i dibattiti sui social sono basati sul reale valore simbolico di questa operazione e su quanto, in alternativa, sarebbe più opportuno intitolare l’aeroporto a qualcosa o qualcuno di realmente rappresentativo della storia dell’isola, come ad esempio proponeva la nostra lettrice Carole Bernardo, ai contadini eroici che hanno trasformato nei secoli l’isola per quello che è.
In molte occasioni, è stato sottolineato dagli isolani e da molti nostri lettori panteschi come questa scelta sembri più un’operazione di marketing e di promozione internazionale dell’isola usando il nome di Armani, piuttosto che un’espressione della cultura e delle tradizioni pantesche.
Una consultazione popolare? Ormai è tardi!
Talmente accesa è stata la discussione su questo tema che è stata da più parti proposta una consultazione della comunità pantesca sulla reale volontà di questa intitolazione, a prescindere dall’affetto che l’isola e gli isolani nutrono e hanno nutrito per lo stilista.
Ma tant’è che non c’è tempo per la consultazione, né per ulteriori dibattiti, in un Paese in cui tutto ha una lentezza esasperante e la burocrazia affossa le opere pubbliche, Matteo Salvini con il suo endorsement ha certamente svolto un ruolo cruciale nel portare avanti questa iniziativa politica in tempi record, soprattutto per gli standard italiani.
È però anche vero che dai numerosi commenti pubblicati sui social media, in particolare su Facebook e Instagram sotto gli articoli e i comunicati pubblicati dalla nostra testata sull’argomento, emerge chiaramente che la maggioranza delle opinioni favorevoli all’intitolazione proviene da persone non originarie dell’isola, che non vivono qui e molte delle quali ammettono di non aver mai nemmeno visitato Pantelleria, alimentando così il sospetto che questa scelta abbia poco a che fare con le reali esigenze della comunità pantesca, ma più ad una volontà collettiva che si basa sulla grande stima e ammirazione che tutti gli italiani hanno di Giorgio Armani da sempre.
Pantelleria quindi come simbolo della gratitudine e dell’affetto per Giorgio Armani di tutta l’Italia?
In molti si chiedono perché no? Del resto associare il nome dello stilista che tanto amava l’isola all’isola stessa è una cosa che sui media non è stata inusuale negli ultimi decenni.
Ma la vera questione dell’intitolazione è quella che riguarda la tutela dell’identità culturale di Pantelleria, citata come motivazione nella richiesta dell’Amministrazione Comunale, che identificava nell’intitolazione un tributo a Armani e “un segno di identità per la comunità pantesca”. Questa la frase che a molti, seppur favorevoli al riconoscimento per lo stilista, non è andata giù.
“Con immenso rispetto per Giorgio Armani, per chi come me è pantesco di nascita per chi è pantesco di adozione e per tutti coloro che amano veramente la nostra isola. L’aeroporto intitolato a Giorgio Armani è qualcosa che vorrei veramente fosse evitata.” è, ad esempio, quanto scritto da una pantesca doc, da sempre impegnata nella promozione della Cultura e Storia isolana, l’Architetta Rosalia Silvia.
Altri panteschi hanno proposto di intitolare altri luoghi, come l’ospedale (che però è già intitolato a Nagar) o la stessa Caletta a Gadir a cui Armani accedeva direttamente dalla sua villa, altri sono d’accordo con l’intitolazione dell’aeroporto a Armani, anche se il 90% dei commenti favorevoli, è importante sottolinearlo, è di persone che pochissimo o niente hanno a che fare con Pantelleria. E proprio questo ‘interesse’ esterno per l’intitolazione è quello che pone l’accento sulla questione marketing.
Marketing o identità?
Mentre il presidente Di Palma ha sottolineato come questa iniziativa si inserisca in un percorso di valorizzazione dell’aeroporto e di promozione turistica dell’isola, molti isolani temono che si tratti di una operazione di marketing più che di un autentico gesto di rispetto nei confronti delle tradizioni locali. Molti fanno notare che l’identità pantesca non è riassumibile nel nome di un ospite illustre che comunque, anche questo ammesso da molti panteschi, aveva a cuore l’isola spesso più di qualche isolano.
Se da un lato si punta a valorizzare l’immagine internazionale dell’isola, dall’altro si rischia di alienare le sue radici e di creare un vuoto tra le autentiche aspettative e bisogni della popolazione locale.
La vera sfida, ora, è quella di trovare un equilibrio tra promozione e rispetto, tra immagine e identità, affinché Pantelleria possa continuare a rappresentare sé stessa senza che la sua Storia e la sua essenza siano sacrificate sull’altare delle strategie di marketing e delle quote politiche, ma anzi vengano promosse e fatte diventare punto di forza e peculiarità, senza rincorrere a facili e inopportune omologazioni che i nativi temono più di ogni altra cosa.
FOTO:

Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.






Senza voler togliere nulla alla persona Giorgio Armani, il nostro aeroporto è già dedicato al Capitano di Aviazione Italo D’Amico, morto in battaglia nel 1943, per mano di fuoco amico. La legge che disciplina questa materia è la n. 1188 del 23 giugno 1927 (ebbene sì, l’hanno fatta proprio loro!).
Secondo questa legge, di norma devono trascorrere almeno dieci anni dalla morte di una persona prima che un luogo pubblico, come una strada, una piazza o un monumento, possa essere intitolato a lei.
Tuttavia, la legge prevede una deroga. Il Ministro dell’Interno, sentito il parere del Presidente della Repubblica, ha la facoltà di autorizzare un’intitolazione prima che siano trascorsi i dieci anni, nel caso in cui la persona abbia conseguito “particolari benemerenze dalla Nazione”. A partire dal 1993, questa facoltà di deroga è stata delegata anche ai Prefetti, i quali possono autorizzare l’intitolazione di luoghi pubblici a persone decedute da meno di dieci anni, sempre dietro consultazione del Presidente della Repubblica. A questo punto, occorre una grande mobilitazione per far sentire la voce dei panteschi nativi al Presidente della Repubblica e sperare che Mattarella non dia l’avallo a questa infamità costata una telefonata agli amici degli amici e che al solito, passa sopra le nostre teste.