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Pantelleria: un furto a Campobello e l’isola non è più la stessa?
22/06/2025Pantelleria: un furto a Campobello e l’isola non è più la stessa?
di Lucia Boldi
Ieri, a Pantelleria, un amico ha subito un furto.
Hanno rotto il vetro della sua piccola 600 a noleggio — una ferita netta nel silenzio caldo di mezzogiorno — e si sono portati via due zaini. Dentro, un orologio importante: uno Zenit El Primero, quadrante nero, edizione limitata. E un portafoglio pieno, troppo pieno.
È accaduto a Campobello, il mio mare da innumerevoli estati.
Il mio approdo quotidiano.
Il mio rito.
In una comunità dove ci si riconosce dal passo, dalla voce, dalle mani, questo gesto è un’ombra lunga.
Un colpo sordo al respiro della fiducia.
Un rumore stonato nella musica antica dell’isola.
Io, qui, non porto anelli.
Esco con venti euro nel borsellino, una t‑shirt slabbrata e l’elastico nei capelli.
Perché Pantelleria, per me, è natura, non sovrastruttura.
È essenza, non apparenza.
E allora mi chiedo: che cosa sta cambiando?
Forse anche qui, nel luogo dove il vento asciuga i pensieri e la pietra conserva le voci dei nonni, il mondo si sta infilando nelle crepe.
Un mondo di bisogni affrettati, di cose che brillano più delle parole, di mani che prendono senza sapere cosa toccano.
Ma Pantelleria non è un posto qualsiasi.
È un’isola nera che brucia d’identità, che non si lascia indossare senza cuore, che ti osserva mentre la vivi e, silenziosamente, ti valuta.
Chi ruba qui, non prende soltanto uno zaino.
Ruba anche il silenzio.
Ruba la trasparenza dell’incontro casuale.
Ruba l’invisibile filo che ci tiene — forse ancora — uniti.
Eppure non voglio smettere di credere che questo sia stato un errore, non un segno.
Un inciampo. Non una strada.
Perché l’isola, quando vuole, sa ricordarci chi siamo.
E restituire ciò che è stato preso.
Foto di Tommaso Brignone

Lucia Boldi, nata a Palermo nel 1961, ama definirsi una collezionista di storie e di emozioni. Da giovanissima ha firmato articoli di attualità per il giornale L’Ora. Negli anni ottanta, nella storica via Libertà, ha aperto una boutique, diventata presto luogo di nicchia per le appassionate di moda. Per quasi quarant’anni ha ricercato la bellezza nei vestiti e fatto emozionare tante donne grazie alla linea ardita di un abito, alla consistenza eterea di un caftano in seta o alla forma originale di una collana. Quando la moda ha smesso di darle il batticuore, ha scoperto che con la penna poteva ricreare lo stesso incanto. Scegliere le collezioni o scrivere libri sono due attività che, a suo dire, si somigliano: si tratta sempre di esprimere la propria personalità e i propri sentimenti, anche se in maniera diversa. Cucurummà è il suo romanzo d’esordio.
L’articolo merita innumerevoli domande…l’isola sta cambiando…
Chi ha rubato ha infranto il Cuore di innumerevoli perché a Pantelleria???
L’ isola del Vento, dei silenzi, della tranquillità forse tutto ciò è un segnale negativo verso un a tranquillità apparente che distrugge i sogni della gente che sceglie la ” quiete” di un’isola felice.