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Quali sono le prospettive lavorative per un non vedente o un ipovedente in Italia?
08/06/2025Quali sono le prospettive lavorative per un non vedente o un ipovedente in Italia? Fare il centralinista in un mondo in cui ormai i centralini sono automatizzati. È ora di pensare a nuovi sbocchi lavorativi e la prima a doverci pensare dovrebbe proprio essere l’UIC
di Giacomo Policardo
Troppi centralinisti per centralini ormai in disuso. Era la fine degli anni cinquanta quando l’UIC, l’Unione Italiana Ciechi, decise di dare una possibilità ai non vedenti per introdursi nel mondo del lavoro. Come? Facendo fare loro dei corsi per non vedenti per l’abilitazione dell’uso del centralino.
Quanti non vedenti e ipovedenti abbiamo visto in ospedale, negli uffici pubblici, comunali o in aziende, maneggiare con dei telefoni? Certamente per quei tempi era una trovata geniale, una trovata che senz’altro dava possibilità ai non vedenti per approcciarsi al mondo del lavoro, ma purtroppo il brutto è venuto dopo, perché da un vantaggio iniziale, da una possibilità è nata quella che oggi possiamo tranquillamente chiamare una sorta di discriminazione.
Quante volte abbiamo sentito dire negli ultimi anni: “quel cieco seduto davanti a una scrivania”, “quel non vedente centralinista”? Una volta forse, ma ormai è una rarità. Perché, purtroppo, l’UIC non ha capito che è stata all’epoca una bella invenzione, ma bisognava anche andare oltre.
Perché non si può pensare che i non vedenti debbano per forza stare solo seduti al centralino, e lo stiamo vedendo nel corso del tempo, perché i centralini stessi ormai sono automatizzati, ormai fanno tutto loro e non c’è bisogno che un non vedente risponda al telefono. Anzi, spesso e volentieri, non si trovano nemmeno stanze per poter far lavorare i non vedenti e spesso li vediamo baraccati precariamente in corridoi e non si possono lamentare o rifiutare di queste sistemazioni, perché se non ci vai non vieni pagato.
Abbiamo sentito parecchi non vedenti in merito a questo argomento, abbiamo chiesto loro diverse testimonianze e tanti ci dicono: “Sì, andiamo lì, ci danno lo stipendio, ma per andare a non far nulla”.
Invece il corso del tempo ha dimostrato che i non vedenti non solo sono stati bravi centralinisti all’epoca, ma possono fare tanto altro.
I non vedenti non sono e non possono essere solo quelli che rispondono al telefono, perché il centralinista ormai è passato di moda. Il non vedente può cercare anche di fare delle cose importanti nello sport, possono essere dei ottimi relatori universitari, molti non vedenti sono anche dei bravissimi professori di diritto, di letteratura, di filosofia, di storia.
Sono stati anche dei bravi conduttori e cercano di impegnarsi anche nel mondo del giornalismo, anche del giornalismo di inchiesta e perché no, anche fare i poliziotti, ispirandoci nel commissario Blanca. Certo era un film, però metteva in luce una questione fondamentale: il fatto che nonostante non vedesse, era in grado di capire le situazioni e individuare i colpevoli grazie agli odori e ad un uso più accurato dell’olfatto.
Come non ricordare poi, che anche in tempo di guerra i non vedenti addirittura sentivano i caccia nemici in avvicinamento grazie all’udito più sviluppato?
Quindi smettiamola di considerare un non vedente solo colui che è davanti a un telefono, un telefono che ormai è diventato inutile. È ora di lanciare un appello all’UIC: aprite le menti, studiate nuove strategie anche in base alle nuove tecnologie e costruiamo un futuro lavorativo concreto per i non vedenti e per gli ipovedenti, perché non perché non possiamo essere solo coloro che rispondono al telefono, altrimenti, proprio come i centralini manuali, cadremo in ‘disuso’ anche noi.

Giacomo Policardo è un ragazzo pantesco, radioamatore, speaker e dj che ha collaborato per anni con varie radio storiche e occupandosi di sport e sociale. A Pantelleria è membro dell’associazione L’Albero Azzurro che si occupa di ragazzi speciali come lui, che è non vedente e che nella nostra Redazione porterà allegria e temi importanti riguardanti soprattutto il sociale.