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Pantelleria: successo e emozioni con il Pessoa Quartet all’Hangar
30/08/2024Successo e emozioni nel concerto di chiusura del Suoni Panteschi Festival all’Hangar, ma l’enorme afflusso di spettatori ha creato problemi
di Francesca Marrucci
Il concerto finale del Suoni Panteschi Festival all’Hangar dell’Aeronautica militare, tenutosi mercoledì scorso, è stato un successo incredibile. Nonostante tutto. Per raccontarlo bisogna, infatti, iniziare dalle difficoltà che la troppa popolarità dell’evento ha creato.
Oltre alle polemiche che lo hanno preceduto, problemi sono stati creati dal numero enorme ed inaspettato di spettatori che c’è stato e che ha messo in difficoltà l’organizzazione dell’evento.
Un flusso ininterrotto di circa 1.500 persone
Un flusso ininterrotto di circa 1.500 persone hanno iniziato ad affollare il Distaccamento dell’Aeronautica Militare di Pantelleria e le strade che dal centro portavano ad esso già dall’apertura dei cancelli alle 19.15.
Per più di un’ora, la fila di auto si è protratta fino all’Acropoli di San Marco, con persone che hanno scelto persino di parcheggiare presso il sito archeologico e farsela a piedi, ed è stato subito chiaro che il numero di spettatori sarebbe stato molto al di sopra di ogni più fausta previsione.
Grande soddisfazione per Letizia Stuppa e Giulio Potenza, ma troppo pubblico è stato un problema
Una soddisfazione incredibile ed un riconoscimento artistico di qualità per l’Associazione ASTARTE, per Letizia Stuppa e Giulio Potenza che sono gli ideatori del Festival, per il Quartetto Pessoa, persino per l’Aeronautica e il Comune di Pantelleria che hanno organizzato e patrocinato l’evento, ma meno funzionale al concerto stesso.
L’enorme afflusso di persone non ha solo colto tutti di sorpresa, ma soprattutto ha colto l’organizzazione impreparata. Non c’è stata prenotazione per l’evento, sempre auspicabile in questi appuntamenti pubblici e gratuiti, e questo non ha aiutato a gestire la situazione, per cui si sono presentate più del doppio delle persone rispetto alle sedute a disposizione.
A fronte di un’ottima acustica dell’Hangar con un pubblico seduto di circa 800 persone, un numero quasi uguale di spettatori in piedi tutto intorno ha creato un effetto riverbero che ha gravemente nuociuto all’acustica e al microclima interno. Di conseguenza, nel fondo non si sentiva quasi niente ed è stato necessario accendere una ventola per l’effetto condensa che ha disturbato non poco i musicisti, costretti a più riprese ad asciugare sé stessi e gli strumenti.
In tanti, in specie chi era in piedi in fondo e non sentiva, dopo un po’ hanno abbandonato, eppure l’Hangar era comunque gremito.
La grande professionalità e bravura del Quartetto Pessoa
Nonostante gli inconvenienti da troppo pubblico (sembra strano a dirlo riguardo ad un concerto!), il Quartetto Pessoa ha saputo comunque prendere per mano le quasi 1.000 persone rimaste e le ha fatte viaggiare tra le note e le emozioni delle più importanti colonne sonore del Maestro Ennio Morricone, riscuotendo fragorosi applausi, standing ovations e calorosi complimenti.
Non era facile suonare in quelle condizioni senza il supporto dell’amplificazione, ma gli artisti hanno mostrato maestria e professionalità, oltre che cuore e passione palese per l’opera del Maestro Morricone, quindi un plauso doppio lo meritano davvero.
Nella seconda parte del concerto, ad accompagnare il Quartetto Pessoa è salito sul palco un giovane e promettente talento, Tommaso Quaranta che, al piano, ha incantato la platea attenta.
Un viaggio tra immagini e note
Coinvolgenti le immagini che hanno accompagnato alcune delle esecuzioni, dalle locandine d’epoca de Il Professionista, Metti una sera a cena, La Califfa, Il buono, il brutto e il cattivo, agli spezzoni dei film come C’era una volta il West, Nuovo Cinema Paradiso, Malena, La leggenda del pianista sull’oceano, fino alle dediche che hanno visto protagonisti, oltre al Maestro Morricone, gli attori francesi Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, il primo da poco scomparso e il secondo che volle la musica di Morricone al suo funerale.
Particolarmente apprezzata da tutti è stata la dedica al pantesco Andrea Salsedo, figura storica del movimento anarchico italiano, morto nel 1920 in circostanze ancora non ancora chiare, negli Stati Uniti. 7 anni prima della dalla condanna di Sacco e Vanzetti. Il film di Giuliano Montaldo del 1971 dedicato alle due più note figure di anarchici italiani, con Gian Maria Volontè, è stato impreziosito dalla colonna sonora di Morricone e l’esecuzione di quest’ultima è stata l’occasione per ricordare il personaggio storico pantesco.
Una serata all’insegna della grande musica, che nonostante la grande dimostrazione di interesse e affetto di pubblico che ha creato qualche inconveniente, ha coronato questa terza edizione del Suoni Panteschi Chamber Music Festival regalando al pubblico qualità e professionalità.
Una conferma della validità di un appuntamento musicale ormai consolidato e atteso, che rende la musica e la cultura accessibili davvero a tutti, fa scoprire nuovi talenti, ci continua a regalare professionisti apprezzati e sa trasmettere cuore e passione nella musica a tutti gli spettatori.
ECCO IL VIDEO DEL CONCERTO:
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.