Lettera aperta al Sindaco per ‘Le strade della Memoria’

Lettera aperta al Sindaco per ‘Le strade della Memoria’

01/07/2020 0 Di Angelo Fumuso

Lettera aperta al Signor Sindaco Enzo Campo
Progetto “Le strade della memoria”

di Ange­lo Fumuso

Ren­dia­mo Pan­tel­le­ria un museo a cie­lo aper­to sul­la sto­ria del­l’I­so­la, attra­ver­so i suoi per­so­nag­gi, inti­to­lan­do­gli stra­de e piaz­ze. Così che le gui­de non par­le­ran­no solo del­le bel­lez­ze dell’isola, ma anche del­la sua sto­ria e iden­ti­tà attra­ver­so le per­so­ne che la miglio­ra­ro­no. Per que­sto moti­vo Signor Sin­da­co, sono con­tra­rio a “Piaz­za degli stu­den­ti” come nome per l’area pedo­na­le ex via Taran­to. Inti­to­lia­mo­la inve­ce “Piaz­za dei Pro­fes­so­ri Di Bar­to­lo e Saler­no”.

Abbia­mo tan­te altre per­so­ne che aspet­ta­no di esse­re ono­ra­te: i sin­da­ci Vin­cen­zo Alman­za e Don Gio­van­ni Erre­ra, il nota­io Ange­lo D’Aietti, Car­me­lo Gigan­te, Andrea Sal­se­do, l’anarchico pan­te­sco mor­to a New York che aspet­ta la giu­sta ria­bi­li­ta­zio­ne, alme­no da par­te del­la sua iso­la. Il dot­to­re Gio­van­ni Erre­ra, i mor­ti dell’insurrezione del 1848 e del 1948. I nostri poli­ti­ci: Pino Gui­da, segre­ta­rio del PCI, Die­go Man­gia­pa­nel­li, segre­ta­rio del PSI, Sil­via segre­ta­rio del PRI e l’Ing. Giro­la­mo Sechi segre­ta­rio del MSI. Ed infi­ne, ulti­mo, ma il più gran­de di tut­ti per come amò l’isola, il Prof. Seba­stia­no Tusa ed il nostro rim­pian­to Rosa­rio Di Fresco.

Per que­sto lan­cia­mo una peti­zio­ne per ave­re il vostro appoggio.

Par­lia­mo un pò di loro e del­le loro sto­rie brevemente.

Caro Sin­da­co, sicu­ra­men­te Le sarà arri­va­ta sul tavo­lo la pro­po­sta del PD loca­le di inti­to­la­re l’ex via Taran­to, ora­mai zona pedo­na­le, in “Piaz­za degli studenti”.
Io sono con­tra­rio que­sta proposta!

Come lei ben sa, ho intra­pre­so da tem­po diver­se bat­ta­glie per il rico­no­sci­men­to del­la Sena­tri­ce Lilia­na Segre e per l’in­ge­gne­re Fran­ce­sco Ciri­min­na, cosa con­di­vi­sa, peraltro. 
Per­so­ne que­ste, assie­me ad altri nomi, secon­do me, che dan­no lustro all’I­so­la e che meri­ta­no di esse­re con­trac­cam­bia­te con un riconoscimento.
Per que­sto moti­vo, per que­ste mie bat­ta­glia, non mi sem­bra giu­sto inti­to­la­re que­sta zona pedo­na­le “Piaz­za degli stu­den­ti”. Ci sono trop­pe per­so­ne meri­te­vo­li d’essere ricor­da­te pri­ma di inco­min­cia­re a inti­to­la­re stra­de e piaz­ze con nomi di fan­ta­sia. Quin­di nien­te di per­so­na­le, solo coe­ren­za con una bat­ta­glia già intra­pre­sa da tempo.
Visto che que­sto è un piaz­za­le, una zona pedo­na­le accan­to all’Istituto Supe­rio­re, per­ché non ricor­da­re due gran­di per­so­nag­gi che si sono spe­si per la scuo­la? Par­lo del Pro­fes­sor Di Bar­to­lo e par­lo anche del Pro­fes­sor Saler­no. Vera­men­te due per­so­ne che nel­l’am­bi­to del­la scuo­la sono sta­te figu­re impor­tan­ti di rife­ri­men­to e che anco­ra oggi sono ricordate.
Visto che par­lia­mo di cul­tu­ra, vor­rei cita­re il nota­io D’a­iet­ti, figu­ra fon­da­men­ta­le per Pan­tel­le­ria. L’u­ni­co che fece tan­te ricer­che in ambi­to sto­rio­gra­fi­co, che poi tro­va­ro­no il giu­sto svi­lup­po nel libro sul­la sto­ria del­l’i­so­la di Pan­tel­le­ria. Fat­to que­sto che ne fa vera­men­te un per­so­nag­gio uni­co nel­l’i­so­la. E que­sta uni­ci­tà, que­sta impor­tan­za del­la figu­ra del nota­io D’a­iet­ti, la si può nota­re da un pic­co­lo aned­do­to che vi racconto.

Io amo i libri di Andrea Camil­le­ri. Non quel­li di Mon­tal­ba­no, ma gli altri libri scrit­ti da Camil­le­ri. Dice­va Andrea Camil­le­ri: “Io scri­vo sul com­mis­sa­rio Mon­tal­ba­no, per­ché così mi finan­zio l’u­sci­ta degli altri libri”. Andrea Camil­le­ri si rivol­se al nota­io D’a­iet­ti per ave­re la docu­men­ta­zio­ne sui moti del 1848 a Pan­tel­le­ria, per il libro “La stra­ge dimen­ti­ca­ta”. Que­sto libro par­la di quei 114 mor­ti e dei moti del 1848 in Sici­lia. 1848: quin­di in pie­na lot­ta per l’u­ni­tà d’Italia, in pie­na lot­ta per il Risor­gi­men­to ita­lia­no e que­ste vit­ti­me cad­de­ro per que­sta idea. Nes­su­na lapi­de, nes­sun rico­no­sci­men­to, né in Sici­lia né tan­to­me­no qua a Pan­tel­le­ria fu dato a quei mor­ti per il Risor­gi­men­to Ita­lia­no e Pan­te­sco. Ben 172 anni sono passati!
Camil­le­ri rac­con­ta nel libro, che la noti­zia dei moti del ’48 in tut­ta Ita­lia arri­vò in ritar­do qui a Pantelleria.

Allo­ra i patrio­ti e i libe­ra­li loca­li, appe­na sapu­to­lo, sce­se­ro in piaz­za e ci furo­no i moti di Pan­tel­le­ria. Quan­do que­sti moti furo­no repres­si in tutt’Italia, anche que­sti libe­ra­li e tut­ti quel­li che sce­se­ro a mani­fe­sta­re, furo­no arre­sta­ti e por­ta­ti al Castel­lo. Qui furo­no tut­ti ucci­si in un modo vera­men­te orri­bi­le. I fede­li al regi­me bor­bo­ni­co con a capo il capo mafio­so loca­le per rin­gra­zia­re le auto­ri­tà Bor­bo­ni­che cac­cia­te da Pan­tel­le­ria si vesti­ro­no come se andas­se­ro a cac­cia e dal­le vedet­te del­le tor­ri del Castel­lo spa­ra­ro­no agli insor­ti, come una cac­cia alla qua­glia: li ucci­se­ro tut­ti. Cad­de­ro ben 17 per­so­ne, però il nome di que­sti mor­ti negli anna­li uffi­cia­li non si tro­va. Il nota­io D’aietti ebbe l’i­dea di cer­car­li inve­ce su quel­li del­la chie­sa e li ritro­vò. A distan­za di 172 anni, una tar­ga che ricor­di quei nomi, quei mor­ti per il Risor­gi­men­to Pan­te­sco anco­ra non c’è!
Que­sto per dire l’im­por­tan­za che ebbe il nota­io D’a­iet­ti, al qua­le per ini­zia­ti­va per­so­na­le, sot­to­li­neo per­so­na­le, del­l’al­lo­ra diret­to­re del­la scuo­la ele­men­ta­re, l’in­ge­gne­re Mino­li, fu inti­to­la­ta l’aula di edu­ca­zio­ne fisi­ca. Ma fuo­ri dal­l’am­bi­to del­la scuo­la, anco­ra la poli­ti­ca sten­ta a dar­gli il giu­sto riconoscimento. 
E in cam­po sto­rio­gra­fi­co, per­ché non par­la­re del­la figu­ra di Car­me­lo Gigan­te. Anch’egli si ado­pe­rò, ricer­cò e pub­bli­cò il libro “Cos­su­ra”; vera­men­te non pub­bli­cò, in quan­to lo die­de come fon­te di ricer­ca sto­ri­ca su Pan­tel­le­ria, alle biblio­te­che. È un per­so­nag­gio da ricor­da­re e da ono­ra­re, secon­do me.

Ma tor­nan­do ai moti del 1848, biso­gna anche dire che cen­to anni dopo, nel 1948, ci furo­no nuo­va­men­te moti a Pan­tel­le­ria nel perio­do del dopo­guer­ra. Ci furo­no del­le vit­ti­me e anco­ra oggi in via Roma, non c’è una tar­ga che ricor­di quel­le vit­ti­me. Mi pia­ce ricor­da­re un epi­so­dio di quel momen­to tra­gi­co e par­lia­mo del dot­to­re Gio­van­ni Erre­ra, cono­sciu­to a Pan­tel­le­ria come“un dot­to­re Già Già”.
Allo­ra stu­den­te di Medi­ci­na, alla vista di di quei feri­ti e mori­bon­di, si ado­pe­rò per curar­li e visto che la far­ma­cia a due pas­si era chiu­sa, rup­pe la por­ta con un cal­cio, entrò e pre­se tut­to quan­to gli occor­re­va. Cor­se ver­so le per­so­ne a ter­ra san­gui­nan­ti e le medi­cò, incu­ran­te di qual­che schiop­pet­ta­ta che gli cade­va addos­so. Anzi, si rivol­se ver­so chi gli spa­ra­va, si strap­pò la cami­cia e dis­se: “Mira­te bene al pet­to!” Così fini­ro­no di spa­ra­re e finì anche quel­la car­ne­fi­ci­na. Fu anche lui arre­sta­to, assie­me agli altri par­te­ci­pan­ti, e dovet­te subi­re la gogna del­la pri­gio­ne, per­ché ave­va eser­ci­ta­to la pro­fes­sio­ne medi­ca sen­za esse­re laureato.
Con­ti­nuan­do il nostro per­cor­so di per­so­ne che sono degne di esse­re ricor­da­te e ono­ra­te, ho fat­to da poco un post per poter­lo ricor­da­re bene; par­lo del mare­scial­lo Gaspa­re Sira­cu­sa, l’uo­mo che per pri­mo cap­tò il segna­le dei soprav­vis­su­ti del­la tra­ge­dia del diri­gi­bi­le Italia.

L’uo­mo che indi­riz­zò gli aiuti.

Il mar­co­ni­sta del­la Ten­da Ros­sa, Giu­sep­pe Bia­gi, pas­sò come un eroe e men­tre il nostro Gaspa­re Sira­gu­sa, come un uomo che fece solo il pro­prio dovere. 
E per­ché non ricor­da­re Andrea Sal­se­do, l’e­mi­gran­te pan­te­sco a New York? Mor­to per mano del­la poli­zia e fat­to pas­sa­re per sui­ci­da? Per Sac­co e Van­zet­ti ci è volu­to un film inter­na­zio­na­le e la mobi­li­ta­zio­ne del Popo­lo Ame­ri­ca­no per la sua ria­bi­li­ta­zio­ne, cosa che noi non pos­sia­mo fare, per­ché non abbia­mo la for­za. Alme­no dia­mo­gli il giu­sto rico­no­sci­men­to, la giu­sta ria­bi­li­ta­zio­ne da par­te del­la sua isola.
Ripe­to, ci sono tan­ti per­so­nag­gi che si sono spe­si per l’i­so­la e che atten­do­no di esse­re ono­ra­ti e ricor­da­ti, pri­ma di comin­cia­re a dare nomi di fantasia.
Anche nel­l’am­bi­to del­la poli­ti­ca ci sono nomi da onorare.

Il Pre­si­den­te del Con­si­glio, Erik Val­li­ni, ha volu­to sen­ti­re il mio pare­re, per­ché l’au­la del con­si­glio comu­na­le anco­ra non ha un nome e non è inti­to­la­ta a nes­su­no! Non ha un nome dopo oltre 70 anni di vita repub­bli­ca­na! Io ho fat­to due nomi. Non gli ho dato un nome solo, per­ché secon­do me i due sin­da­ci, ben­ché faces­se­ro par­te di oppo­sti schie­ra­men­ti, anche se i con­tra­sti tra di loro furo­no mol­to aspri, furo­no quel­li più segui­ti, sono quel­li che più incar­na­no lo spi­ri­to del­l’I­so­la. Mi rife­ri­sco al sin­da­co Vin­cen­zo Alman­za e a Don Gio­van­ni Erre­ra, al seco­lo “Don Giu­van­nu­ni”. Due nomi che assie­me si com­ple­ta­no e rispec­chia­no l’intera isola.
Mi sem­bra anche giu­sto e dove­ro­so ricor­da­re anche altri per­so­nag­gi che si sono ado­pe­ra­ti per il bene comu­ne in politica.

Il segre­ta­rio del PCI Pino Gui­da, quel­lo del PSI Die­go Man­gia­pa­nel­li e quel­lo del PRI Sil­via, e in ulti­mo l’ing. Sechi del MSI. E chis­sà quan­ti altri ho dimenticato.

Tut­te que­ste per­so­ne atten­do­no che l’i­so­la dia loro il giu­sto rico­no­sci­men­to, la giu­sta ono­ri­fi­cen­za per il loro operato.

Infi­ne, ricor­dia­mo il pro­fes­sor Tusa: ad un anno di distan­za dal­la tra­gi­ca scom­par­sa anco­ra si sten­ta a dar­gli un giu­sto riconoscimento.

Abbia­mo un museo accan­to alla Sme­de, sareb­be giu­sto intitolarglielo.

A que­sto pro­po­si­to ricor­dia­mo Rosa­rio Di Fre­sco l’al­ter ego del pro­fes­so­re Tusa, che con la sua asso­cia­zio­ne “Archeo Pan­ta” tan­to ha fat­to per aiu­ta­re le scuo­le di archeo­lo­gia per aiu­tar­li logi­sti­ca­men­te e nel custo­di­re reper­ti. Insom­ma, è sta­to il brac­cio destro del pro­fes­so­re Tusa. 
Per que­sto dico: ren­dia­mo Pan­tel­le­ria un museo aper­to sul­la sto­ria del­l’I­so­la attra­ver­so i suoi per­so­nag­gi, inti­to­lan­do stra­de e piaz­ze. Così che le gui­de non par­le­ran­no solo del­le bel­lez­ze dell’isola, ma anche del­la sua sto­ria e iden­ti­tà attra­ver­so le per­so­ne che la migliorarono.

Per que­sto moti­vo, signor Sin­da­co, sono con­tra­rio a “Lar­go degli stu­den­ti” come nome per l’area pedo­na­le ex via Taranto.

Ripe­to, inti­to­lia­mo una “Piaz­za dei Pro­fes­so­ri Di Bar­to­lo e Salerno”.

Ange­lo Fumuso