Anche a Pantelleria il caporalato. Stamattina operazione della GdF nel Trapanese

Anche a Pantelleria il caporalato. Stamattina operazione della GdF nel Trapanese

14/05/2019 0 Di Redazione

Eseguiti oggi all’alba dalla GdF di Trapani 4 provvedimenti con obbligo di dimora e sequestro di un’azienda che da 10 anni sfruttava braccianti rumeni facendoli lavorare 12 ore al giorno a 3 euro l’ora, minacciandoli ed esponendoli a pericoli ed incidenti di lavoro, poi occultati.

I campi di lavoro erano a Pantelleria, Mazara del Vallo, Marsala, Partanna, Salemi e Castelvetrano.

di Fran­ce­sca Marrucci

Brac­cian­ti agri­co­li di nazio­na­li­tà rume­na fat­ti lavo­ra­re 12 ore al gior­no a 3 euro l’o­ra nei cam­pi di Pan­tel­le­ria, Mar­sa­la, Maza­ra del Val­lo, Castel­ve­tra­no, Sale­mi e Par­tan­na. Que­sta mat­ti­na la Guar­dia di Finan­za di Tra­pa­ni han­no ese­gui­to 4 prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri a tre ita­lia­ni ed un rume­no, che con la loro orga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le da 10 anni sfrut­ta­va­no pove­ra gen­te con fami­glie par­ti­co­lar­men­te bisognose.

Oltre al mas­sa­cran­te ora­rio di lavo­ro e al sala­rio schia­vi­sta, non pochi inci­den­ti negli anni sono sta­ti occul­ta­ti o, se neces­sa­rio un inter­ven­to ospe­da­lie­ro, i brac­cian­ti veni­va­no minac­cia­ti con i loro fami­lia­ri pur di non rac­con­ta­re in che modo si era­no feriti.

Gli stes­si brac­cian­ti rume­ni era­no peren­ne­men­te espo­sti a situa­zio­ni di gra­ve peri­co­lo, doven­do svol­ge­re atti­vi­tà peri­co­lo­se se non effet­tua­te con le giu­ste misu­re di sicu­rez­za, ad esem­pio, la spie­tra­tu­ra dei ter­re­ni, la pota­tu­ra del­le col­ti­va­zio­ni con l’uso di for­bi­ce elet­tri­ca, zap­pa­tu­ra, rac­col­ta del­le uve e spar­gi­tu­ra di diser­ban­ti, inset­ti­ci­di ed altri fito­far­ma­ci alta­men­te noci­vi, anche nel­le con­di­zio­ni meteo­ro­lo­gi­che più avverse.

L’or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le ope­ra­va da 10 anni, ma le inda­gi­ni sono sta­te avvia­te solo nel 2016. Que­sto il Comu­ni­ca­to del­la Guar­dia di Finanza.

All’alba di que­sta mat­ti­na ed all’esito di inda­gi­ni coor­di­na­te dal­la Pro­cu­ra del­la Repub­bli­ca pres­so il Tri­bu­na­le di Mar­sa­la, i finan­zie­ri del Grup­po Tra­pa­ni han­no ese­gui­to, nel­la pro­vin­cia di Tra­pa­ni, 4 prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri di obbli­go di dimo­ra nei con­fron­ti di tre sog­get­ti di nazio­na­li­tà ita­lia­na ed un rume­no, appar­te­nen­ti ad un’organizzazione cri­mi­na­le dedi­ta allo sfrut­ta­men­to di brac­cian­ti agri­co­li di nazio­na­li­tà rume­na, inda­ga­ti per il rea­to di cui all’art. 603 bis C.P. (“Inter­me­dia­zio­ne ille­ci­ta e sfrut­ta­men­to del lavoro”).
Le Fiam­me Gial­le inol­tre han­no ese­gui­to la misu­ra cau­te­la­re del seque­stro pre­ven­ti­vo del­la socie­tà coo­pe­ra­ti­va per mez­zo del­la qua­le l’organizzazione ope­ra­va e dei beni azien­da­li mobi­li ed immo­bi­li ad essa inte­sta­ti, non­ché con­te­stua­li e nume­ro­se per­qui­si­zio­ni pres­so le abi­ta­zio­ni ed i luo­ghi uti­liz­za­ti dal soda­li­zio come basi ope­ra­ti­ve per la gestio­ne dell’attività illecita.

Il Giu­di­ce per le Inda­gi­ni Pre­li­mi­na­ri pres­so il Tri­bu­na­le di Mar­sa­la ha altre­sì dispo­sto, ai sen­si del com­bi­na­to dispo­sto dell’art. 3 del­la Leg­ge 199/2016 ed art. 12 sexies del Decre­to Leg­ge 306/1992 con­ver­ti­to in Leg­ge 456/1992, al fine di sal­va­guar­da­re la tute­la dei lavo­ra­to­ri e la con­ti­nui­tà azien­da­le, la nomi­na di un custo­de con fun­zio­ne di ammi­ni­stra­to­re giu­di­zia­rio dei beni seque­stra­ti ivi com­pre­sa la Coo­pe­ra­ti­va agri­co­la – del valo­re di cir­ca 400.000,00 euro – che for­ni­va da diver­si anni ser­vi­zi di mano­do­pe­ra a diver­se ed impor­tan­ti azien­de agri­co­le del ter­ri­to­rio tra­pa­ne­se e non solo. 

Le inda­gi­ni espe­ri­te – avvia­te nel 2016 e svi­lup­pa­te­si attra­ver­so l’assunzione di som­ma­rie infor­ma­zio­ni da par­te del­le deci­ne di brac­cian­ti agri­co­li vit­ti­me del­lo sfrut­ta­men­to, l’attività di osser­va­zio­ne, pedi­na­men­to ed inter­cet­ta­zio­ne del­le con­ver­sa­zio­ni tele­fo­ni­che degli inda­ga­ti, non­ché quel­la di sopral­luo­go dei fon­di col­ti­va­ti con l’ausilio di per­so­na­le dell’Ispettorato del Lavo­ro di Tra­pa­ni – han­no per­mes­so di accer­ta­re l’e­si­sten­za nel Tra­pa­ne­se, da qua­si un decen­nio, di un’attività cri­mi­na­le orga­niz­za­ta, con­ti­nua­ta e per­vi­ca­ce, mai inter­rot­ta negli anni e tut­to­ra in esse­re, dedi­ta allo sfrut­ta­men­to di brac­cian­ti agri­co­li di nazio­na­li­tà rumena.

I lavo­ra­to­ri veni­va­no reclu­ta­ti ed accom­pa­gna­ti sui cam­pi da lavo­ro (nel­la dispo­ni­bi­li­tà del­la pre­det­ta Coo­pe­ra­ti­va in vir­tù di con­trat­ti di affit­to e/o como­da­to) di Mar­sa­la, Maza­ra del Val­lo, Par­tan­na, Sale­mi, Castel­ve­tra­no e Pan­tel­le­ria per esse­re ivi impie­ga­ti a nero ed in con­di­zio­ni ves­sa­to­rie, sot­to­po­sti a con­ti­nua sor­ve­glian­za e vio­len­ze, inti­mi­da­zio­ni, offe­se a sfon­do raz­zia­le, minac­ce, tal­vol­ta anche median­te uso del­le armi, per un com­pen­so di 3 euro all’ora a gior­na­ta lavo­ra­ti­va di 11/12 ore, dal lune­dì al saba­to, dal­le cin­que del mat­ti­no alle quat­tro del pome­rig­gio con la pos­si­bi­li­tà d frui­re al mas­si­mo di mezz’ora per la pau­sa pranzo.

La com­ples­sa atti­vi­tà inve­sti­ga­ti­va ha con­sen­ti­to di accer­ta­re le pecu­lia­ri moda­li­tà con le qua­li si rea­liz­za­va la sot­to­po­si­zio­ne dei lavo­ra­to­ri stra­nie­ri alle gra­vis­si­me for­me di sfrut­ta­men­to e di appro­fit­ta­men­to del loro sta­to di biso­gno e neces­si­tà, mol­ti dei qua­li dove­va­no man­te­ne­re le loro fami­glie che si tro­va­va­no in con­di­zio­ni eco­no­mi­che estre­ma­men­te disagiate.

In par­ti­co­la­re i lavo­ra­to­ri inter­me­dia­ti era­no peren­ne­men­te espo­sti a situa­zio­ni di gra­ve peri­co­lo, essen­do impe­gna­ti in atti­vi­tà di spie­tra­tu­ra dei ter­re­ni, pota­tu­ra del­le col­ti­va­zio­ni con l’uso di for­bi­ce elet­tri­ca, zap­pa­tu­ra, rac­col­ta del­le uve e spar­gi­tu­ra di diser­ban­ti, inset­ti­ci­di ed altri fito­far­ma­ci alta­men­te noci­vi, median­te pom­pe a mano sen­za sosta alcu­na, in qua­lun­que con­di­zio­ne meteo­ro­lo­gi­ca, in assen­za di alcun pre­si­dio che garan­tis­se la tute­la del­la loro sicu­rez­za, costret­ti ad aste­ner­si dal richie­de­re le cure nei pre­si­di ospe­da­lie­ri e, comun­que, a cela­re la cau­sa degli infor­tu­ni occorsi. 

In mol­ti casi, addi­rit­tu­ra, a segui­to di inci­den­ti sul lavo­ro, i lavo­ra­to­ri, pur feri­ti agli arti supe­rio­ri o agli occhi, sono sta­ti costret­ti a non ricor­re­re alle cure medi­che e, qua­si sem­pre, a con­ti­nua­re il pro­prio tur­no di lavo­ro. Allor­quan­do alcu­ni di essi, a cau­sa del­la gra­vi­tà del­le feri­te ripor­ta­te, si pre­sen­ta­va­no pres­so i pre­si­di ospe­da­lie­ri per le cure del caso, veni­va­no minac­cia­ti e costret­ti a men­ti­re sul­le cau­se dell’infortunio per sal­va­guar­da­re il posto di lavoro.

Tut­to ciò in tota­le vio­la­zio­ne del­le nor­ma­ti­ve in mate­ria di con­trat­ti col­let­ti­vi di lavo­ro, sicu­rez­za ed igie­ne dei luo­ghi di lavo­ro, con evi­den­ti van­tag­gi eco­no­mi­ci per gli inda­ga­ti che riu­sci­va­no a fare con­cor­ren­za slea­le ver­so gli altri lavo­ra­to­ri in spe­cie italiani. 

L’operazione in ras­se­gna con­fer­ma che un cre­scen­te nume­ro di lavo­ra­to­ri pro­ve­nien­ti da Pae­si euro­pei, come Roma­nia e Bul­ga­ria, vie­ne sfrut­ta­to da diso­ne­sti dato­ri di lavo­ro i qua­li appro­fit­ta­no del loro dirit­to di cir­co­la­re e lavo­ra­re libe­ra­men­te nei Pae­si dell’Unione euro­pea per occu­par­li irre­go­lar­men­te, sen­za tut­ta­via incor­re­re nel­le san­zio­ni pena­li pre­vi­ste per l’impiego di stra­nie­ri extracomunitari.
Il ser­vi­zio in paro­la fa par­te del com­ples­so di atti­vi­tà ed ini­zia­ti­ve che la Guar­dia di Finan­za dispie­ga a tute­la del mer­ca­to del lavo­ro per con­tra­sta­re, in par­ti­co­la­re, le più gra­vi for­me di pre­va­ri­ca­zio­ne e sfrut­ta­men­to in dan­no dei lavo­ra­to­ri dipen­den­ti, spe­cial­men­te di quel­li che si tro­va­no in con­di­zio­ni di par­ti­co­la­re debo­lez­za o biso­gno, anche a sal­va­guar­dia dell’interesse degli impren­di­to­ri onesti.